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Aggiornato: 31 maggio 2025
Ma poi Nancy scoprì che voleva una cosa tutta diversa, e che aveva bisogno di una rima per la parola «verse.» «Terse», disse Edith. «Curse», disse Nino. «Disburse», disse Fräulein. Oh, esclamò la piccola poetessa, «that is not poetic, but rather the reverse!» «Purse», suggerì Nino. «Hearse», pronunciò il nonno cupamente.
E facendo un gesto di disprezzo contro sé stesso, ridiscese al salone, completamente freddo ed impassibile, ed ordinò la colazione. Bevve enormemente di the; mangiò di tutto e trovò tutto eccellente.
Principe, principe gridò la giovinetta se un giorno sarete assai calmo... Oh! certo, madama, certo, se io fossi saggio voi mi fareste dono di un giocatolo, di uno zuccherino... come al vostro Polly che gnignola sì bene il God save the Queen.
E' fece perfino dei complimenti a sua moglie, a proposito di un pastello, cui vide sur un cavalletto, e sur un ricamo che giaceva sur un divano. Ma non appena il the fu servito, ed i domestici si furono ritirati, il principe si levò dal posto, cui aveva preso a fianco di sua moglie, sul canapè, e cominciò a passeggiar lentamente per la stanza ricadendo nel suo silenzio e nelle sue tenebre.
Faceva dei miracoli per imparare certi pezzi di Bellini e di Donizzetti, i quali le era sembrato toccassero di più il principe nei suoi viaggi per Francia ed Italia. Ed ogni sera, dopo il thè, ella lo prendeva dolcemente per la mano, si slanciava al piano, e gli modulava, a voce bassa, per lui solo solo, l'aria che aveva discifrata nel dì.
Don Pio osservò tutto minutamente, ebbe cura di guardare se nella parte inferiore delle cantoniere erano collocati i servizi da thè e da liquori, se vi era il ramino d'argento, se quei mobili erano forniti di quanto può occorrere a una signora per improvvisare un piccolo ricevimento a pochi amici, e poi sedutosi sulla pelle di un bianco immacolato, sognò volutt
Lucia lasciò il piano, chiuse l'album, ritornò in salotto. Apprestò il thè al piccolo tavolo; offerse chicche, biscotti, liquori, crema, vini; recò le tazze fumanti e profumate alle tre signore; stette a vederle sorbire la delicata bevanda, gustare le leccornie; e invidiò loro il volgare piacere.
E Anne-Marie la imitava il più possibile, cercando di copiarne il passo, i gesti e il linguaggio. Nancy talvolta le udiva parlare insieme in cucina. La voce di Minna: Cos'hai mangiato col tuo thè?... «A butterbread»? E la voce di soprano striduletto di Anne-Marie: «Yes! two butter breads mit sugar.» E Minna: «That's fine! To-morrow Tante Schmidl makes a cake, a good one. We eat it evenings.»
Lì dentro, non gli lasciarono prender fiato, ma in due o tre, toltogli di mano il cappello, a viva forza lo trascinarono nel camerino, dove, tutti insieme, gli offrirono thè, vino, dolci e sigari.
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