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Aggiornato: 18 giugno 2025


Ei mi amò, ei perì per salvarmi e perì fra queste braccia... Infelice! avea tersa la mia ferita, stava richiamando i miei spiriti smarriti, e mi piovea tanta dolcezza dagli occhi amorosi che mi racquistava la vita... Io riguardava quel volto di foco, quando... oh perchè ebbi la vista?... oh perchè pur non morii di dolore che ora non udrei... oh padre... ah Girani...

Un altro scrittorel di simil forma, il qual delle Stagion facea poemi, di cui Dodon avea riso pro forma de' suoi cattivi versi e de' proemi, aveva detto che non prende norma dai scritti di Dodon da' sistemi; ché non tersa scrittura ne' bei detti, ma che vuol esser succo ne' libretti.

Consisteva la sua maggior seduzione nella grazia languida e quasi vacillante della persona alta e tenue, o nella purezza dei lineamenti, del gracile viso, della fronte tersa come un'opera di scultura, cinta di chiome copiose nere e lucenti che le scendevano in due bande lungo le tempie e la rassomigliavano alle figurazioni della Vergine; o nella dolcezza dolorosa dello sguardo, nell'espressione profonda di un'anima ansiosa?

C ortesamente la terrete stretta, A nzi pur calda contra l'empio gelo, T utto, però, ch'io per soverchio zelo H abbia di voi non a prender vendetta. A mo l'alta virtú che 'n diversa R egna piú ch'in Aracne od ella istessa I nventrice de l'ago e bel trapunto. N é man piú dotta piú dolce e tersa A vvinse guanto mai, chi promessa Onestamente piú servasse appunto. Minerva.

No, conte, non dite ciò; rispose la marchesa. Rimorso, , e non per stessa, ma per coloro che l'hanno in governo; macchia no, macchia no. La Spagna è più pura e più tersa che mai. Alla mente più eletta che Iddio mandasse in terra a glorificare il suo nome, la Spagna ha gi

14 E lieta de l'insolita avventura, dietro alla Maga subito fu mossa, che la condusse a quella sepoltura che chiudea di Merlin l'anima e l'ossa. Era quell'arca d'una pietra dura, lucida e tersa, e come fiamma rossa; tal ch'alla stanza, ben che di sol priva, dava splendore il lume che n'usciva.

Stanza ospitale il vïator non chiese A signor ben pasciuto, e non sofferse D'aver mensa comune ad orgoglioso Trafficator. Fra poveri pastori Breve asilo ei cercò; si assise al desco De la miseria; e a te, povera Sara, Assentì l'alto aspetto e la sdegnosa Anima e il dir che umani petti infiamma. Schiava infelice! Era remota e angusta Presso al torbido rio la sua capanna; Era nero il suo volto e nero il crine, Ma aperto e grande era il suo core, e tersa Come raggio di Sol l'anima avea. Fra le miserie di sua vita un giorno Le sorrise l'amor. Furon men leste L'opere di sua mano; impazïente, Immemore divenne; e, com'era Schiava due volte, osò levar la fronte E agli augelli invidiar libero il volo! Fischiò sopra a le sue carni la sferza De l'acerbo signor; percosso e vinto Dal feroce digiuno a lei da lato, Sotto agli occhi di lei, vittima cadde Il giovinetto del suo cor. Qual belva Ella ruggì; morse ruggendo i ceppi; Avventossi d'intorno; e allor che in mesta Calma si assise, e volse il guardo in giro, S'avvide ognun, che a quella derelitta Era insieme a l'amor mancato il senno. Le consentîr la libert

Intelligenza tersa ed acuta, nulla gli riusciva difficile. La sua volont

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