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Aggiornato: 29 giugno 2025


EROTICO. O carissima balia! La fortuna muterá tenore, essendomi incontrato con la tesoriera de' nostri amorosi secreti, con l'aurora del mio sole. Che novella m'apporti della mia dolcissima Sulpizia? BALIA. Cattiva, la peggior che sia. EROTICO. Dimmela, non piú tardare. BALIA. Mi dispiace di darvela. EROTICO. Non dovevi cominciare, se non volevi darmela. BALIA. Sulpizia è maritata.

BALIA. Sulpizia vostra è di pel rosso, come voi sète; gli occhi azurri, come i vostri; e il volto simile al vostro: e, se ben vi ricordate, ha una macchia rossa nel braccio sinistro, come goccia di vin rosso. PARDO. O Dio, veramente mi ricordo di quella macchia rossa, e parmi or di vederla; e nella vostra Cleria mai piú ve l'ho vista.

EROTICO. Voi sempre foste la mettá dell'anima mia; or tutta è vostra, e non ci resta piú alcun'altra parte del mio: e son tutto in anima e in corpo vostro. Perché dandomi Sulpizia, mi duoni la vita; e posso dir da oggi innanzi ch'io son vivo per voi, e però vivo per voi.

O Dio, in che peccato era io per incorrere! Ma ben fece Orgio, che non lo volea mai consentire. E da che Attilio mi ha condotta la vostra Sulpizia in casa, non mi ha avuto mai grazia, l'ho mirata mai di buon occhio. O vecchio per tanti anni deluso! Ma sai tu chi ha fatto il testamento di Filogono? BALIA. È quel notaio che sta appresso la casa vostra. PARDO. Lo conosco benissimo.

SULPIZIA. Bestemmia la sua sorte crudele, i pazzi umori di suo padre, e si consuma in lamenti, in dolori. Ma Lelio, quando li parlate di me, che risponde? ARTEMISIA. Lagrime e sospiri; e credo ben che se Amor non lo aiuta in questo estremo punto, che saranno brevi i giorni suoi. SULPIZIA. Di grazia, raccomandatemi a lui. ARTEMISIA. Ed il medesmo vi prego che facciate di me al vostro.

Or, scoprendosi che la vostra Cleria è figlia vera di Filogono, sará forzato questo furfante darle diecimila ducati di dote: e cosí io li vengo a far questo danno e le mie vendette. PARDO. Ma che certezza arò io, che la vostra Sulpizia sia la mia vera Cleria?

Ma, poiché da voi mi vien offerta, apro il cuore e ve lo paleso. PARDO. Talché posso assicurarmi che non amate Sulpizia? EROTICO. Di grazia, caro padre, non me la nominate piú, se non volete che la biestemme. PARDO. Veramente, io non vi facea altra difficultá in queste nozze: non l'ho voluta conchiuder con mio figlio, fin che da voi non me ne fussi certificato, ch'io temea sempre di Sulpizia.

TRINCA. Piangeva la poverella amarissimamente; e, non potendo esser vostra moglie, purché fusse amata da voi, si contentava non solo d'esservi sorella, ma umilissima schiava. ATTILIO. Dunque Sulpizia è la nostra Cleria sorella?

GUGLIELMO. ... Io vo' che Artemisia mia figliuola sia moglie di Eugenio vostro figliuolo; e Sulpizia vostra figliuola, avendola prima giudicata degna di me, sia moglie di Lelio mio figliuolo: l'una perché ambedue sono ne' primi fiori della loro giovanezza, l'altra perché gran tempo fra loro si sono amati modestissimamente, e non facciam cosí gran torto a' loro onestissimi amori.

Ma Filogono lasciò la robba ad Orgio suo fratello, con condizione che, riavendosi la loro Sulpizia, cioè la da voi stimata Cleria, se li consignassero diecimila ducati di dote, e, non ricuperandosi, si dessero alla vera vostra Cleria, cioè la stimata loro Sulpizia, duemila ducati per lo suo casamento, e il restante ereditasse Orgio suo fratello.

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