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Aggiornato: 13 giugno 2025
A questa domanda il suo cuore rispose con un singhiozzo tremendo, che le squarciava il petto, come certi fulmini che squarciano il cielo e non sono accompagnati dalla pioggia. Gli occhi di donna Camilla rimasero asciutti, poichè ella non sapeva piangere, ma il suo dolore era più straziante che se avesse avuto per lenimento le lagrime.
Fu straziante l'angoscia di lei quando, sulla predella dell'alture dell'abbazia di Chiaravalle, atterrita dal severo sguardo paterno, aveva messa la propria nella mano tremante del Baglione; più straziante ancora quando, poche ore prima, a lei discinta, il vecchio s'era accostato.
La situazione era cambiata. Il morto, per adagio che lo avessi spacciato, non avea mancato di dar fuori un grugnito straziante e ciò avea insospettito i compagni e veramente io udii battere in ritirata il nemico perché i passi che noi distinguevamo perfettamente rimanendo in silenzio assoluto si sentivano allontanarsi.
Fu quindi con una specie di straziante ebbrezza, che ella tolse ad una ad una quelle carte dalla fascia, e senza leggerle, le bruciò alla fiamma della candela. Così pure fece di tutte le altre lettere e fogli ritrovati nello scrittoio... E quando la sua opera di distruzione fu compiuta, una specie di sorriso dischiuse le sue labbra, un sospiro profondo sollevò il suo petto.
Lisa non comprese. Continuò a star lì a quel modo, fissa, immobile: solamente le sue labbra tremanti si agitarono come per parlare, ma senza pur mandare un suono. Il padre aspettò un istante; poi, visto che la tremenda luce del vero pareva non balenare nemmanco alla mente intorpidita della infelice, soggiunse: Gustavo è morto... La donna gettò un grido straziante, e cadde riversa, come fulminata.
La poveretta non gli parlava, soltanto gli scriveva: e ogni dieci o dodici lettere di lei, egli rispondeva, per dimostrarle che quell'amore doveva morire. Maria desiderava queste lettere come la benedizione del cielo, ma quando gliene consegnavano una, non osava di aprirla, immaginava tutto il suo straziante contenuto. Mario Felice mancava agli appuntamenti: poi, partì. Ella cadde gravemente inferma: egli ritornò, ma non potette assisterla, non gli era permesso di andare in casa di lei. Le mandava un comune amico, che non ignorava il loro segreto: e questo amico le diceva quelle vaghe parole di consolazione, che dovrebbero confortare chi ha fatto una perdita irreparabile. Nella convalescenza, ella scrisse a Mario Felice, tristamente, delle lettere piene di lagrime: ed egli le rispose con molta tenerezza, senza una parola di amore, ma con tenerezza, con molta tenerezza, che si sarebbero riveduti, l
Le lacrime le venivano agli occhi ripensando alla sua oscura casa di Piazza degli Amieri, in Firenze, a' suoi poveri vecchi, agli anni della sua infanzia, a quelle sere in cui Carlo Tittoli andava a vederla, accompagnato dalla propria madre. Fu colpita a questo punto delle sue riflessioni da un'idea più straziante di tutte quelle che l'avevano assalita.
Nulla infatti di più straziante che lo spettacolo del dolore negli organismi sani e robusti.
Massimo si rallegrò di sentirsi paragonato al diavolo e stava per portare la mano piccola e morbida di lei alle labbra, quando risuonò nella quiete dell'aria, e precisamente dal lato dov'era la stanza del malato, un grido straziante, che parve la voce di Ezio. Trasalirono entrambi, si mossero con quello spavento che si può immaginare e accorsero verso la stanza.
Risonò uno strido straziante, uno di quegli stridi che sogliono cacciare le anime veramente disperate. Allo svolto della via, l'infelice aveva visto in confuso tra le divise, la scala con sopra la massa inerte del cadavere del marito.
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