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Quadri e statue serviranno loro da giocattoli, fino a che quei selvaggi non si saranno anch'essi inciviliti; se pure, da fanciulli grandi, non li sciuperanno prima, per vedere come sono fatti, precisamente come praticano i nostri fanciulli coi giocattoli di Parigi e di Norimberga.

Lo ripeto, qui c'è da confondersi. Vorrei veder voi, lettori umanissimi, dopo una prima gita, tutta consacrata a formarvi un'idea del complesso, ed anche dopo una seconda, tutta spesa a vedere di corsa statue e gruppi di zinco, stivalini, manipoli di grano, ombrelli, aratri, velluti, ostriche, porcellane, lenti telescopiche, pelliccie, rastrelli, molini a vento, borse, bauli, pietre dure, scatole, mobili, bacheche, paraventi, conserve alimentari, arnesi scolastici, sottane, guanti, concimi, seghe, farine, carboni, diamanti.... e quasi quasi sarò per aggiungere, col Burchiello,

Le carni si piegavano in anella rosee ai polsi, ai malleoli, alla nuca; e i piedi terminavano in quelle vaghe arborescenze di cui li antichi artefici ornarono le statue di Dafne cangiata in lauro. Li arbusti aromatici facevano in torno al nato una musica d’orezzo, soave come il murmure delle prime api nella stagione del miele. Il pescatore, attonito, ristette.

Le facciate sono incrostate di marmi o coperte di freschi mitologici, storici; le colonne di bianco Carrara o i pilastri di cupe bozze sorreggono gli architravi stemmati delle porte maestre; le cornici, le statue, le balaustre, gli scudi, i timpani, le piramidette, i festoni, i bassorilievi, i loggiati, le inferriate sporgenti, con forte armonia s'intonano alle linee del quadro, dovuto alla scuola di Michelangiolo e del Bernino: una intera via, due, tre, quattro.... quattro prospettive sceniche di sedi olimpiche. Nei vestiboli lastricati di marmi o s'adagia un larghissimo scalone, coi lioni maestosi, veglianti sui piedestalli, oppure un velo d'acqua frescamente scende a bagnare le muscose spalle di due cariatidi reggenti la conchiglia, oppure tra le colonne appaiate scintilla, come sfondo, l'azzurro mare e il cielo secato dagli apparecchi aerei delle infinite alberature. Vi sono scalee che danno a cortili, e nuovamente cortili che danno a scalee, e su ancora.... Arriviamo ai terrazzi, alle logge, ai giardini sostenuti da baluardi, agli elisi, ove le rose e gli aranci, la flora ligure venustissima non suade che amori, coi profumi spossatori dei talami sempre fecondi. E vi sono scalee che accedono alle straricche anticamere e agli appartamenti: ori, pietre, stucchi, cristallo, basalto, alabastro, colonne doriche, ioniche, corinzie, tele, freschi, statue, tutto vedi.... Cioè, non vedi niente: perchè subisci l

Tutte le pareti della casa del capitano Bonifazio, erano ornate di gloriosi ricordi. Statue, busti, ritratti di Napoleone, in tutti i costumi, dal costume adamitico scolpito da Canova, fino a quello col manto e la corona; ce n’erano a piedi, a cavallo, e sul trono.

La marchesa Clementina era dunque una Minerva senza elmo; anzi io potrei paragonarla più facilmente a Venere, che è rappresentata in alcune statue coll'elmo sotto i piedi, e questo mi gioverebbe per farvi vedere ancora una volta il piedino della marchesa, quel piedino adorabile che sapete.

Quante ne è qui che, cariche di panni e del mal che Dio die loro, stanno intirizzate come statue e non si possan muovere, scoppiano di caldo e di affanno, per parer belle! E pensan forse, queste tali, esser tenute piú belle che l'altre? Le s'ingannano, perché belle son tenute quelle che poco molto le lor persone procurano.

Pativa di nostalgia, in mezzo a quell'andirivieni di facce nuove, e non capiva la maraviglia dei signori che si fermavano colla bocca aperta, ammirando certe case rovinate, certe statue senza naso, certi fusti di colonna col capitello rotto. La Nena non avrebbe dato il corso di Borghignano per tutta Roma.

Il luogo era veramente bello e delizioso. Dal viale principale, che si svolgeva come un nastro largo e lento nella selva, distaccavansi molti sentieruzzi, che or salivano in rampe e scalinate a più alti passi, ora parevano precipitare e nascondersi in vallette folte d'erba, popolate di statue nel fresco mormorìo d'acque cascanti. Il viale metteva a una spianata, dall'alto della quale l'occhio correva libero sulla stesa del lago e sulla scena dei monti davanti a una palazzina, che in un arzigogolato stile gotico-francese, più che la nobilt

Era infatti il salone, in cui Adriano aveva fatto l'atelier dei suoi talenti vari. Imperciocchè vi si vedevano accoccate al muro delle panoplie di armi, dei quadri e del briccioli di statue; sur una piccola scrivania dei versi incompiuti, dei libri sfogliati qua e l