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Aggiornato: 6 settembre 2025


Nell’interno i cortili marmorei, come li atrii di un re, erano giocondi d’acque vive, di aranci, di statue, di paggi e di cani.

Stava benissimo in quel corpo maestoso, scultorio, di linee forti e pur schiette, I due be' dischi d'avorio si ergeano con tal forza lor propria e tal ardimento, a così dire, di natura, che il pittore non avrebbe mai osato adeguar tali linee, prima di aver l'idea d'un corpo ammirevole. Lo stupiva la sovrana bellezza della gamba, pur massiccia tra il fianco e il ginocchio, come si vede in certe grandi statue antiche, persino sotto i panneggiamenti. Era un delirio di bellezza, secondo la frase, che tra formava il pittore. Le linee convergevano armoniche, il colorito della pelle, tra roseo e bianco era vivo, venuste le fossette qua e l

Nell'uscire salutava, non solo il professore, ma tutte le statue, tutti i bassorilievi, tutti i gruppi di gesso, da Ettore e Patroclo al Gladiatore ferito e riserbava l'ultima scappellata per il portinaio.

Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva dell'Arlanzon, in una spaziosa piazza con giardino, fontane e statue, circondata da graziosi edifizii nuovi. Di l

La fontana del cinquecento è sempre maestosa, ma le sue statue, più che scollacciate, ignude, offrono ancora le cicatrici dei nasi rotti per una vendetta, dicesi, compiuta dai Messinesi³⁰, o dalla barbarica abitudine dei monelli

In Firenze tutta piena di artisti, tra un popolo di statue e un sorgere quasi per incanto di palazzi e di chiese, era forse quegli che se ne occupava meno; in tutte le sue opere non si trova un periodo per le arti figurative, che costituivano allora la pompa e dovevano restar la più alta gloria, la vera originalit

Erano poi notevoli nei quattro angoli del salone quattro fauni del Montorsoli, stupende statue sul fare michelangiolesco, che sostenevano canestri di fiori e candelabri.

Bianca, profittando della poca luce diurna che restava ancora, andò a far nuove scoperte. Dopo aver percorso vari appartamenti, si trovò in una vasta galleria adorna d'antichissimi quadri e di statue rappresentanti, a quanto le parve, i suoi antenati.

La folla, impossibile a credersi e a descriversi, era raddoppiata: al quarto ordine molti individui si reggevano alle statue. Ercole aveva un cappello nero sulla testa, Nettuno ne teneva un altro sul tridente. Si aspettava.

Infine scrisse a Caligola una splendida lettera, in seguito alla quale il pazzo tiranno, cui il mondo intero elevava templi, altari, statue, abbandonò l'idea di far innalzare la sua effige nel santuario di Gerusalemme.

Parola Del Giorno

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