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Aggiornato: 2 giugno 2025
Il dar de' martelli, il rintronar delle incudini e de' percossi fianchi delle navi, lo stridere delle seghe e delle lime, il gridare de' lavoratori, il rumoreggiare universale annunziarono di buon mattino l'operosit
abisso de i mari; fragor di veicoli urtanti gli asfalti di libere strade, respiro di folla, respiro di fronde, vaganti canzoni per campi di biade; stridore di seghe e di leve, di cinghie e catene, vicenda di remi su l’onda, di mine fra i monti, d’aratri spaccanti le vene al sen de la Madre feconda.
Al numero 113 di Via Margutta: stanzone a pianterreno, ingombro di bozzetti e di busti in gesso, di bozzetti e di busti in plastichina, di qualche bronzo, parte rizzati su rozzi cavalletti, parte posati su casse d'imballaggio, tra tavole, legni, arnesi di scalpellini, seghe, compassi addossati al muro o infissi a un chiodo; pareti nude, tinte di colore di feccia di vino, qua e l
Io non vedeva che martelli che battevano, seghe ed accette che dividevano e sgrossavano legnami, pialle che spianavano tavole, lime, raspe, tanaglie che rodevano e sconficcavano, cazzuole che muravano, pennelli che imbiancavano, tutto ad onore della mia persona.
Riprendono le scuri, le seghe, le cazzuole; raccomandano alla moglie di riporre le armi tratte fuori, di far dire le orazioni ai puttini, di avere scodellata la zuppa per quando suona la zavatara (così, dal podest
Il mio cuore?... lo avvolsi nelle tue trecce notturne di donna lasciva; Il mio cuore?... lo trascinai tutto a brandelli, su le tue onde schiumose, dentate come crudeli seghe d'argento!...
Lo ripeto, qui c'è da confondersi. Vorrei veder voi, lettori umanissimi, dopo una prima gita, tutta consacrata a formarvi un'idea del complesso, ed anche dopo una seconda, tutta spesa a vedere di corsa statue e gruppi di zinco, stivalini, manipoli di grano, ombrelli, aratri, velluti, ostriche, porcellane, lenti telescopiche, pelliccie, rastrelli, molini a vento, borse, bauli, pietre dure, scatole, mobili, bacheche, paraventi, conserve alimentari, arnesi scolastici, sottane, guanti, concimi, seghe, farine, carboni, diamanti.... e quasi quasi sarò per aggiungere, col Burchiello,
Le catene sul lato nord delle Alpi Marittime, nelle Valli del Gesso, formano quasi tutte creste oltremodo precipitose e strette, acute quasi come coltelli e frastagliate come seghe; le creste sono spesso sostenute sui lati da contrafforti simili a bastioni, mentre l'ultimo sperone della cresta sembra una torre od un pane di zucchero. Le più caratteristiche fra tali creste, che assumono il nome di serre o serriera, sono quella del Carbonè, tra i valloni della Trinit
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