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Ugo, il quale struggevasi nell'ardentissime battaglie dell'anima, e in quel momento più che mai sentiva amaro l'essersi ingozzata la vergogna di quel bando, udendo le parole d'Ildelbrandino e notandone il tono, fu per gridare ai cavalieri: Qua la mano e giuriamo vendetta! E sarebbe stato ascoltato. Egli conosceva Ildebrandino, come Ildebrandino conosceva lui: si salutavano cortesemente quando il raro caso portava che fossero insieme, ma ognuno pensava tra : Se quel valente mi fosse allato! e l'uno e l'altro nella sommessione al comune signore, trovava, anzichè una spinta ad amicarsi ed operare, un argomento penoso per starsi lontani, sospettando che quegli potesse dire di questi, e questi di quegli: Perchè ha sopportata tuo padre? Perchè hai sopportato, come un giumento, finora? Adunque Ildebrandino fu soddisfatto di aver dato appicco a quella conoscenza che sperava doversi stringere e mutarsi nella sospirata congiura, giacchè di Ugo presagiva molto, sapendolo valoroso e bollente. Ed Ugo fu contentissimo di avere con sua volont

ALTILIA. Vorrei che poteste ascoltar quello che nel silenzio della lingua desidera palesargli il core: che se vi è pur alcuna cosa di buono, tutto vien da' raggi del tuo sole che m'indorano tutta; da quello viene ogni mio bene. Ma ditemi, cor mio, come avete sopportata l'assenza di tanti mesi che non m'avete veduta?

Marco soffriva! Egli, che aveva con tristezza, ma senza disperazione sopportata la fuga di una fidanzata, fuga che credeva allora spontanea; non sapeva resistere all'idea di aver egli involontariamente cagionate le sventure di Gabriella. Non aveva fatto nulla di male, ed era pentito; non aveva mai provato gli entusiasmi dell'amore; ma ne sentiva tutte le amarezze, tutti i disinganni.

L'amore e l'odio, spinti ambidue all'estremo lor punto, erano le passioni alterne dell'esistenza del Lautrec, il quale dal conte Mandello avrebbe sopportata non so che offesa, per ciò solo ch'esso rendeva qualche immagine del suo cugino Gastone, ch'egli avea amato quanto si può amare un uomo, che gi

SENNIA. Prima che entriate in altro ragionamento, parmi venghiati a riposarvi, ché per la fatica grande ch'avete sopportata la notte e il giorno stimo che non possiate regervi in piedi. OLIMPIA. Andiamo, fratel mio. SENNIA. Vo innanzi, Eugenio figliuol mio.

Che se l'Italia non avesse dovuto confidare se non nelle proprie forze e nel proprio diritto, puossi senza illusione congetturare che invece di disperdere i tesori morali guadagnatisi alle barricate di Milano, ai bastioni di Roma, ai forti di Venezia, a Vicenza, a Bologna, a Brescia, seguendo una fallace fantasima, non avrebbe sopportata per dieci anni la tirannide atroce dell'Austria, del papa e dei loro vicari, sarebbe solcata da due partiti, ma, animata da un solo pensiero, sarebbesi con forze compatte affrettata alla riscossa.

Poiché la fortuna mi stringe troppo, bisognano prestissimi rimedi. vo' perdermi d'animo, ché la cattiva sorte sopportata con animo valoroso, suol convertirsi in buona. Se vincerò questi perigli, l'ardir sia degno d'eterna lode. O felici miei pensieri, se a tanta gloria giungerete. Ma se mi riesce contraria, io non so se la morte sará bastante rimedio a tanti mali.

Era costei di famiglia elevata, Marfisa detta, sorella a Ruggero, morta per me, basita, spasimata. Per dirvi tutto, io l'aveva nel zero, so dir come l'abbia sopportata, ché le puzzava il fiato ed era pazza, ed anche anche non molto ragazza.

Attorno al pianoforte, ora, si rideva. Il maestro giovanetto, pallido, col grosso ciuffo di capelli neri sulla fronte, arrivato da poco da Londra, raccontava a quei suoi amici napoletani l'ostinazione delle misses e delle mistresses inglesi a volere imparare le patetiche romanze italiane: ne rifaceva le smorfie e le contorsioni, vivacemente col brio del napoletano che si vendica della lunga stagione di nebbia sopportata a malincuore. Tatti ridevano, specialmente il marito di Paola: Paola, ritta in piedi, si sventolava col grande ventaglio di raso nero, dove un pittore fantastico aveva dipinto un paesaggio lunare. E Fulvio, non potendo parlare, guardava Paola: la guardava con tanta intensit

Il primo disinganno è forse il massimo dei dolori, perchè non siamo ancora avvezzi a soffrire. Le tinte rosee che abbellano l'orizzonte all'aurora della vita, come il firmamento all'alba d'un giorno sereno, se si mutano all'improvviso nelle tetre nubi d'un temporale, incutono lo spavento che presentano tutti i disordini della natura. Però tanto nella primavera quanto nella gioventù l'orizzonte cambia sovente d'aspetto, e talvolta un raggio di sole attraversa le nuvole dell'uragano. Questo raggio di sole comparve al mio spirito sotto la forma d'un dubbio!... Se ella non avesse osato corrispondere al mio bacio?... Io mi era preparato con lunga premeditazione a quell'atto decisivo; ma essa fu colta improvvisamente dalla sorpresa. È naturale che la mia audacia insolita ed inaspettata l'abbia gettata nello sgomento. E poi chi sa quale aspetto presentava il mio volto agitato e sconvolto da un'esaltazione febbrile sopportata per varie ore!... forse le ho fatto paura.... E poi una fanciulla che non s'adombra ad un tale atto ha oramai perduto il fiore più soave della gioventù.... Essa ignorava completamente le varie peripezie che mi trascinarono a tale tentativo, essa giungeva calma e tranquilla dalla campagna, desiderosa di vedermi, e me ne dava una prova presentandosi immediatamente alla finestra. Dapprima io doveva mostrarmi grato alla sua bont