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Aggiornato: 5 maggio 2025
io sol padrona a me, solo a me schiava, non ti condanno, nè ti assolvo. Penso che soffri. E accolgo il tuo soffrire immenso in me, qual getto di bollente lava: di me lo impronto, in me il trasmuto, al cuore tuo lo ridono in pura insonne fiamma converso. Or parti, col tuo chiuso dramma assunto a luce
Ma l'aspettazione della Rosalia e di Ramengo restò delusa. Non per questo egli si stancò; ma e la seconda e la terza sera rimase alla vedetta, e fin alla sesta soffrì quell'orribile tortura, sempre lusingandosi di veder giungere il rivale, sempre colla rabbia in cuore, coll'assassinio in mente: ma sempre invano.
Gli assalti degli assedianti, guidati dal duca Guidobaldo di Urbino e dal figlio del papa, Giovanni di Gandia, furon respinti. Altri Orsini recarono soccorso e l'esercito papale soffrì nel gennaio 1497 una sanguinosa sconfitta presso Soriano. Il papa dovette concludere la pace e gli Orsini rimasero signori di Bracciano e di tutti gli altri possedimenti patrimoniali.
«E se tu fossi malata? Vi sono degli esseri nervosi, delicati, che ora, nel mio caso, sarebbero avvertiti da una voce interna, avrebbero il senso di ciò che tu soffri. I miei nervi sono ottusi, muti. «La signorina Luise mi ha detto che ami lo sweetbriar. Ne ho colto alcune foglie ritornando a casa; la loro fragranza mi parla di te, della tua persona, de' tuoi capelli.
Del resto Agilulfo ebbe a reprimere parecchie ribellioni di duchi, talor alleati co' greci; guerreggiò con questi, impose loro tributo, e soffrí una correria degli ávari nel Friuli. Morí nel 615, ed ebbe a successore Adaloaldo figliuolo suo e di Teodelinda, giá associato da fanciullo al regno.
Quando Nunziata si preparava ad interpretare «Clorinda», studiandosi di adottare linea e posa di quella celebre avventuriera, Antonio fu d'un tratto scettico e corrotto, e per tre settimane suo padre tremò e soffrì, vedendolo passar le notti fuori di casa, e udendo dire che giocava come un forsennato alla «Patriottica». E fu peggio quando la Villari studiò la «Messalina» assumendone, per esercitarsi, le teorie e le attitudini.
Sei tu? disse la Marangi. Immobile, ritta presso il davanzale della sua finestra, la signorina Sofia la guardava. E tu che fai, Laura? La maestrina sorrise, malinconicamente. Con gli occhi indicò gli scritti sparsi sulla tavola. Non vedi? Correggo compiti. Rimasero mute per un po' tutte e due, contemplandosi. Che fai? disse la Marangi. Nulla. Nulla? Troppo poco... Tu soffri.
Quando il nembo s’addensa, e il vento indomito Fischia, e pei boschi impazza la bufera, E rossi lampi guizzano Su ne l’accesa vôlta, Con la procella minacciosa e nera Tu soffri e gemi, nei ricordi avvolta.
Io, per me, non ho voglia se non di prendere una via, una via qualunque, che conduca in qualche parte dove... La Rondine. Dove ti venga incontro il tuo amore e ti comandi: «Vieni con me». Oh, dimmelo. Confidati. Ti senti così perché sei innamorata? Mortella. Gentucca pazza! La Rondine. Non me lo vuoi dire? Hai dovuto lasciare qualcuno, laggiù? Ne soffri? È questo il tuo male? Mortella.
Orbene! ripiccò Tommaso, alzando la voce a sua volta. Chiama i morti dallo inferno e i santi del paradiso, fin che ti piace. Io ti amo, non so perchè; vedo che soffri; sono il tuo medico e ti curo a modo mio. Sapevo il tuo segreto; e metti pure che io non dovessi saperlo, nè altri; tu stesso me lo hai sciorinato poc'anzi.
Parola Del Giorno
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