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Aggiornato: 24 giugno 2025


E tutti ridevano in coro. Io entrai, ordinai all'oste il vino migliore, e mi sedetti sorridendo tranquillamente, come un idiota che non capisce nulla di quanto gli succede dintorno. Via da bravo, non faccia il gnorri.... tutti abbiamo cara la nostra pelle.... Ma di che cosa si tratta? io chiesi.

Avrei voluto essere come loro; addormentarmi anch’io, tranquilla, con le due mani in croce sul petto, finchè tornasse, la mattina dopo, il sole... Non mi pettinai; non misi profumo cipria; non andai nemmeno a guardarmi nello specchio. Indossai una leggera vestaglia, e per togliere le scarpe, le calze, mi sedetti su l’orlo del letto. Io non pensavo all’amore; pensavo terribilmente a lei, a me...

Il giovane sorrise, inchinossi e cominciò in questi termini: «Vi rammenterete, o signora, che il signor conte ed il signor Enrico m'accompagnarono nell'appartamento del nord. Per tutto il tempo che vi rimasero non si presentò nulla di allarmante: appena furono partiti, accesi un buon fuoco nella camera, e sedetti presso al camino; aveva portato un libro per distrarmi, e confesso che tratto tratto io guardava qua e l

La domestica, una fanciullona mezzo scimunita che i due vecchi avevano raccolto, non capiva nulla di nulla, fuor che i suoi padroni erano usciti uno dopo l'altro. Mi sedetti innanzi al caminetto, attizzai il fuoco ed aspettai. Era una magnifica giornata d'inverno; il sole dardeggiava sui vetri, ed i tizzoni scoppiettavano allegri. I miei pensieri erano giocondi.

Allora mi allontanai per lasciarla calmarsi, ed andai a sedermi al pianoforte. C'erano due sgabelli rimasti dal mattino quando forse si era suonato a quattro mani. Io mi sedetti dalla parte dei bassi, e curvandomi con molto disagio suonai la sinfonia del Freyschütz; poi l'aria del tenore nel primo atto: L'onda, il colle, il prato, il bosco. I singulti di Fulvia s'erano allentati man mano.

Mi guardò, ansando in silenzio, con un viso sfigurato che mi fece terrore, mi si avventò al collo, mi cadde addosso. Il treno partì. Sedetti stringendomi in braccio il caro corpo tutto sussulti e spasimi, baciando la testa bionda che mi pesava sulla spalla, palpitando e ansando io stesso, ma senza comprendere ancora qual cosa terribile si compiesse, per arcano volere di Dio, in quel momento.

Feci due o tre note false; egli mi corresse; la vergogna mi paralizzò la voce; gettai la musica sul pianoforte, fuggii all'altro capo della stanza, sedetti ad uno scrittoio colle braccia sovr'esso ed il capo sulle braccia, e scoppiai in pianto.

Fanne un involto e senza dir nulla a nessuno, va' dal vicino orefice e vendi. Quando hai i denari in mano, va da Enrico, con questo biglietto che ora ti scrivo.... Sedetti al tavolino e scrissi quattro righe con lieta furia di chi è sicuro di salvare un uomo che affoga. Le antiche donne che portavano i loro gioielli sull'altare della patria non erano più orgogliose di me.

Le sedetti accanto, le susurrai all'orecchio: Violet, vuol essere unita a me interamente, davanti a Dio, davanti a tutti? Ella trasalì, mi afferrò una mano, la strinse con lo spasimo nervoso di prima e mi disse piano, tenendo sempre il viso chino e gli occhi bassi: Non può essere! Non lo dica! Non lo dica!

Ora quelle manine candide, che avevo visto battere la solfa sul davanzale, tenevano le molle innanzi al camino, e quel volto, che era quasi tuttavia un mistero per me, mi si mostrava aperto. Ah! la signora Nina era bella, o almeno mi piaceva tanto! Vedendo che mi stavo ritto, mi fe' un cenno cortese; sedetti; aspettammo alcuni momenti in silenzio; nessuno veniva.

Parola Del Giorno

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