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Aggiornato: 17 maggio 2025
«Quando anche» gli rispondeva Rogiero, guardandolo traverso, «tu tenessi ad una mensa il posto del cane, ed io mi dovessi sedere nella scranna del Barone che gli getta l'ossa, aborrirei di sedermi a quella mensa.» «Questa è da valente uomo.
L'accordo funebre, tremante, lento, sfinito sale inondando il silenzio d'una amarezza disperata. Al terzo accordo mi fermo, poichè sento il mio amico singhiozzare dietro di me. Vado a sedermi vicino a lui e gli batto sulla spalla per confortarlo: Su coraggio, devi dimenticare, vieni via è meglio per te.
« Sì, Fulvia; rinunciavo alla gioia di vederti, per sedermi al tuo scrittoio, nella tua poltrona, ed al lume della tua lampada, in quell'atmosfera piena di te, leggere, a misura che le avevi scritte, le tue memorie. « Allora conobbi i miei torti, Fulvia, ed il tuo amore; il tuo nobile e generoso amore.
Appena guarito mi scriverebbe a lungo, aveva tante cose a dirmi. «Era malato; ed io non poteva correre a lui, sedermi accanto al suo letto, curarlo, vegliarlo. Ed era malato per me, per la mia partenza; ne ero sicura. Stava così bene prima! Era dunque il dispiacere che lo faceva star male. No. Decisamente la nostra posizione non poteva durare così. Non si comanda ai proprii sentimenti.
Il foglio mi sfuggì dalla mano, dovetti sedermi, appoggiai la testa sullo scrittoio, e rimasi lungamente sbalordito, come allo scoppio d'un fulmine!... Addio bei sogni della primavera che sorridevano ai miei pensieri, che illuminavano la mia mente come il sole che sorge i fiori sul prato! Addio speranze di supreme gioie!... addio fede nell'amore della donna! addio vane illusioni giovanili!... Ecco il primo disinganno... e il più amaro!... Ah! mio zio aveva ben ragione di ridere delle mie stolte pretese!... o vanit
«Andai allo specchio e rifeci toletta; mi ravviai i capelli, rilavai le mani, ecc. Finalmente sentii il primo tocco delle otto. Era come se Max avesse bussato. Gettai alla rinfusa tutti gli oggetti da toletta nella scatola senza prendere un minuto per ordinarli; e prima che l'ottava ora fosse suonata, corsi a sedermi sul sof
M'ero allontanato alcun poco, andando a sedermi presso una signora, i cui occhi neri e umidi pareva dicessero agli uomini: «Sì, fratello: io seguo il mio triste destino d'appassionata». E di quegli occhi, di cui credevo aver tradotta finalmente l'espressione, io studiava i possibili sogni e le veemenze, lasciando che nell'angolo, ov'era Lidia, continuasse il discorso d'ammirazione e di vanit
Mai, bella Mirella!... Io non posso, lo sai, nè sedermi, nè camminare.... Ho male per tutto il corpo!... Come potrei discutere da un seggio? Propongo che si elegga Volantina! Mirella. Cattiva! Cattiva! Mi tradisci gi
Potrò sedermi ancora ai tuoi piedi, a cuccia, ascoltarti.... E ti dirò io l'antica poesia nostra.... Io la so; e non l'ho mai detta a nessuno, l'ho portata nel cuore per tutti questi anni, insieme al desiderio e al timore di rivederti.... Nicla ascoltava immobile, avvolta ella pure nell'illusione, con un sorriso piccolo sulle labbra, che diceva un piacere infinito.
E questo sentimento delicato mi fece ritirar la mano. Indagare le forme d'una giovane amata nelle pieghe del suo busto! Quel Saint-Preux era indiscreto e brutale. E lasciai ricadere la cortina dell'alcova, e tornai a sedermi nella poltrona di Fulvia, rassegnato ad occuparvi maggior spazio di lei.
Parola Del Giorno
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