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O scema d'intelletto, non t'accorgi quanto di scorno, me biasmando, porgi a te medema e 'l tuo veder appanni?

Poi vidi gente che di fuor del rio tenean la testa e ancor tutto 'l casso; e di costoro assai riconobb'io. Cosi` a piu` a piu` si facea basso quel sangue, si` che cocea pur li piedi; e quindi fu del fosso il nostro passo. <<Si` come tu da questa parte vedi lo bulicame che sempre si scema>>, disse 'l centauro, <<voglio che tu credi

Così a più a più si facea basso quel sangue, che cocea pur li piedi; e quindi fu del fosso il nostro passo. « come tu da questa parte vedi lo bulicame che sempre si scema», disse ’l centauro, «voglio che tu credi che da quest’ altra a più a più giù prema lo fondo suo, infin ch’el si raggiunge ove la tirannia convien che gema.

cosi` di retro a noi, piu` tosto mota, venendo e trapassando ci ammirava d'anime turba tacita e devota. Ne li occhi era ciascuna oscura e cava, palida ne la faccia, e tanto scema, che da l'ossa la pelle s'informava. Non credo che cosi` a buccia strema Erisittone fosse fatto secco, per digiunar, quando piu` n'ebbe tema.

Resta ora a considerare come, data la stessa quantitá d'oro e d'argento nel mondo o in qualche particolare cittá, la raritá o frequenza delle comoditá o cose contrattabili, cresce e scema il loro valore. E, sebbene l'argomento pare sia di cosa assai chiara e notoria, nondimeno non sará di poco utile all'intelligenza delle cose da dirsi l'aver versato qualche poco sopra di esso.

Io non posso ritrar di tutti a pieno, pero` che si` mi caccia il lungo tema, che molte volte al fatto il dir vien meno. La sesta compagnia in due si scema: per altra via mi mena il savio duca, fuor de la queta, ne l'aura che trema. E vegno in parte ove non e` che luca. Inferno: Canto V Cosi` discesi del cerchio primaio giu` nel secondo, che men loco cinghia, e tanto piu` dolor, che punge a guaio.

Mano mano che dalle alte si scende alle medie sfere, lo splendore scema, e gli stemmi si riducono a semplici velleit

S'accende la luna: mezza luna, scema a destra, sbiadita, oleata.... Per compagna le pende vicino una stella, la punta di un dardo arroventato, che scocca raggi all'innanzi.... Chi sono io?... Chi sono!... Tutto tace.... Il mare ha coscienza di questa sua poesia? e il cielo?...

così di retro a noi, più tosto mota, venendo e trapassando ci ammirava d’anime turba tacita e devota. Ne li occhi era ciascuna oscura e cava, palida ne la faccia, e tanto scema che da l’ossa la pelle s’informava. Non credo che così a buccia strema Erisittone fosse fatto secco, per digiunar, quando più n’ebbe tema.

E scema ella completò, fra l'ironia e la tristezza. ... io sono un essere malato... cattivo... laido... egli continuò, con voce sdegnata, quasi parlasse a se stesso e non rispondesse più a lei. Chérie non rispose. Di nuovo la sua mano si arrestò sui capelli di Paolo Herz, con una carezza fugace. Lo sentì trasalire, allontanandosi.