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E tu eri una bimbettina piccola, piccola come Anne-Marie. Ascolta Anne-Marie! disse Nancy, accennando alla finestra aperta della saletta da pranzo. Anne-Marie non aveva voluto venire neppure per due ore al Gartenhaus senza il suo violino. E adesso si era chiusa nella sala da pranzo a studiare. Ripeteva molto piano una piccola ninna-nanna, lieve e dolce, e perfettamente intonata.

L'altro lo guardò di traverso. In casa? Sissignore! In casa?... Per Dio!... E con impeto, dopo aver bussato forte all'uscio, si precipitò nella saletta: C'è o non c'è? Lo zio Matteo? Non è ancora tornato. Il portinaio, invece, assicura che c'è. No, non c'è! Eppure, lo ha ripetuto, adesso, anche al fattorino della Faré! Allora vuol dire che si sar

Macchinista! Il macchinista. Eccomi qua! Il capocomico. Disponga subito la scena della saletta. Basteranno due fiancate e un fondalino con la porta. Subito, mi raccomando!

A ogni modo lei, come lei, non gli aveva detto niente! Ohè, ce n'è un altro: il tappezziere che aspetta sul portone! avvertì la Gioconda cacciando dentro il capo nella saletta e ridendo. Metto fuori la bandiera? Era questo un segnale convenuto: quando Cantasirena, ancora da lontano, vedeva la bandiera alla finestra, faceva di colpo un dietro-front.

Lei, signorina! proruppe l'altra sgranando gli occhi, mentre l'aiutava a cavarsi il cappellino. La fanciulla si guardava attorno con aria ilare. Nella saletta non v'erano che la tavola ed una credenziera, piena di piatti e di bicchieri, con alcune seggiole: presso alla finestra un treppiede di vimini sosteneva il cestino da lavoro di Margherita.

La saletta era quadrata e bassa, ma dipinta a scompartimenti con ghirlandette intrecciate di grappoli, sparse d'uccelletti e di conchiglie; alcuni quadroni vecchi e foschi, in nere tarlate cornici, la ornavano, dopo aver marcito per due secoli nel refettorio di qualche convento. Alle due finestre pendevano tende di percallo, di bianche fatte giallognole, che gi

La sua immaginazione esasperata dal lungo patimento tremava dinanzi a misteriose figure, sotto certi soffi freddi, che le gelavano tutto il sangue, mentre quella saletta a poco a poco si mutava in un sotterraneo di prigione, dalla quale non sarebbe più uscita. La mamma non le aveva ancora scritto. Dov'era? Che cosa le era accaduto?

! spiegarsi! e venire al concreto. Nora, appena ebbe calmata a furia di panettone e di datteri quella sua fame di fanciulla sana e forte, ed ebbe bevuto in piedi, dal secchio di rame della cucina, una lunga sorsata d'acqua fresca, tornò di nuovo in saletta e andò a mettersi dietro la finestra, cantarellando.

Don Giorgio e Cristina erano nella saletta che teneva il centro della casa fra le quattro camerette, due a destra e due a sinistra, e in fondo metteva alle scale. Lui calmo, sereno; lei vibrante di collera. Fuori la Scaramelli! gridavano i villani imbizziti. Fuori quella che ha ammazzato suo padre! Fuori! incalzavano le donne. Mostri la sua bella faccia di sporcacciona... Volevano sculacciarla.