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Aggiornato: 26 giugno 2025
Sembrano raggi solari nelle vetrate di una cattedrale rovesciata.
Passo lento in cadenza, saggio, ritmato, monotono col dolce ondeggiamento dei gonnellini quadrettati color pinete alpestri, giubba kakì, berretto in forma di barchetta rovesciata sull'orecchio, fasce a mezzo polpaccio fissate da nastro e fiocco rosso. Splendore dei cuoi e degli ottoni.
Vivano i Re di Sicilia! e la chiesa al rimbombo pare che cada rovesciata dai fondamenti: pure tra tante voci che applaudivano si udì un urlo, che disse: Morte agli stranieri! Clemente, compiuta la preghiera, scese, baciò il Re su la fronte, abbracciò la Regina, e disse: «En uncti Domini, et Reges estis.
Quando il vento tace, il mio cuore non ha pace. Sei felice nelle mie braccia? Felice! Felice! rovesciata all'indietro voluttuosamente. Ma dimmi: se tu fossi colpito da una grande sventura, il mio amore basterebbe a consolarti? Sì, Mabima. Se i tuoi nemici rubassero il Sinrun, e tu non potessi più realizzarlo? Perchè mi dici questo? Non temere. Le pelli sacre sono lì. Le custodisco io.
Ma questo.... Questo è quello che le consiglio di dire; per suo bene, per sua quiete. Che? c'è qualcosa per aria?.... Sì, per dinci! Tutti i giorni ne succede una!.... S'intese un romore nella stanza attigua, come d'una seggiola rovesciata sul pavimento, e d'alcuni passi che s'avvicinavano.
Come doveva essere facile il morire in quel luogo! una barca rovesciata, una riva franata, una casa sfasciata dall'acqua, un naufrago che invoca soccorso.... no, era impossibile che questa volta non riescisse a Rosen di morire.
Passerò io per la campagna romana senza gittarvi sopra uno sguardo di pittore, o di poeta? Le pagine immortali del Byron, del Goëthe, della Staël, del Montaigne, e di altri famosi antichi e moderni scrittori mi sbigottiscono forse? Oh! l'ala della immaginazione percuotendo contro i ferri della carcere si rompe, e gronda sangue. La musa, vergine mite, si arresta sul limitare della casa dei sospiri, e torce altrove lo sguardo. Levando gli occhi in alto io non incontro più la casta faccia delle stelle, che versano su l'anima luce, amore, e poesia. I campi aperti e il sole mi tornano alla mente affaticata dalla empia virtù della prigione, come le immagini dei ruscelletti del Casentino tormentavano maestro Adamo condannato a perpetua sete nello inferno . Ma dalle mani di Dio escono spiriti tranquilli, che, a guisa di lago, compiaccionsi riflettere nella limpida superficie le sponde floride, i colli cerulei, i bianchi casolari, la parrocchia, il campanile, le croci del camposanto di campagna, le gioie, insomma, di coloro che nascono inosservati come le foglie di aprile, e muoiono inosservati come le foglie di autunno. Ogni soffio leggiero da cima in fondo gli scompiglia, e la pace, rimane in essi sconvolta con la dolce armonìa. Altri poi, senza requie commossi, amano fare specchio di se alla faccia di Dio divampante fra i fulmini come l'oceano in tempesta: si nutriscono di procelle, e le corde di ferro delle loro arpe eolie non rendono suono se non le scuote il fulmine. Ora, quando pure la sventura non avesse inaridito il mio spirito come fa il sole della erba dei campi; quando pure il mio spirito non avesse rovesciata la sua fiaccola a guisa di genio al fianco di un sepolcro, perchè userei la sua forza ad evocare sopra le pianure antiche eserciti di combattenti, e agiterei con palpito nuovo i miei lettori sopra le vicende della pugna, e i pericoli di una gente, il cuore della quale cessò di palpitare da venti e più secoli? Perchè aprirei sommessamente le porte del tempio di Giano, di cui il cigolìo scuoteva un giorno le viscere della terra? Con qual consiglio popolerei la via sacra di carri, di cavalli, e di cavalieri armati lampeggianti ai raggi del sole? Perchè la ingombrerei di nuvole profumate, che si alzano dai turiboli d'oro, ( profumi, e vasi rapiti ) di sacerdoti, di vittime, e di re barbari incatenati? Perchè i nitriti di cavalli, e le grida dei cavalieri gi
In fatti, la bella Anadiomene, versando dall’orciuolo si era rovesciata l’acqua sulle mani, e le aveva inumidite anche lei. Bisognava dunque rasciugarle. Ed egli si mise a strofinare con molta coscienza, ma perdendo altrettanta erba per via. Non ne aveva più un filo tra le dita, che strofinava ancora. La bella Anadiomene lasciava fare, guardandolo coi suoi grandi occhi d’indaco stemperato.
Nora si abbandonò, si lasciò cadere sopra un tronco di colonna rovesciata, presso l'Ercole immenso, biancheggiante nel buio come un fantasma, e scoppiò in lacrime e continuò a piangere, a piangere.... commovendosi a quella musica lontana, triste e così soave, così piena di mistero, di amore, di dolore. Siediti qui.... siediti vicino a me.... L'altro le sedette accanto.
E l'ardito mortal che, rovesciata La licenza volgar, lo scettro prese, Volle che laude fosse a Dio ridata. Da lungo tempo augusta dalle chiese Pompa uscita non era d'alternanti Supplici turbe a fervid'inni intese, Ricordavano solo alcuni santi Vecchi le amate feste, ove il Signore Passeggiava cogli uomini preganti.
Parola Del Giorno
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