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Il Wilamowitz, come ho detto, offre di questa scena una interpretazione sua: e per apprezzare questa interpretazione, bisogna che rileggiamo insieme tutta la scena. Riferisco la mia versione. Esce dalla reggia, e si rivolge a Cassandra. Entra tu pure. Dico a te, Cassandra.

A un grido messo da alcune donne, Dushmanta si rivolge e, maravigliando, vede un bel fanciullino scherzare con un lioncello, ed aggrappargli senza paura la giubba, e tirarselo dietro vigorosamente. Me infelice! non ho figli... E questo pensiero mi lacera l'anima.

Visto che io stavo scrivendo, si rivolge al collega della Tribuna e gli domanda: Chi parla, adesso? Lanza. Oh!... io lo credevo morto. È il fratello. Quale? Quello delle candele steariche. Ah, ho capito! e quel signore grasso e calvo che sta al banco dei ministri chi è? domanda, indicando l'onorevole Berti. Quello?... diavolo! quello è Brofferio.

Piano « l'interruppe il campione della Chiesa » Troia era stata donata al pontefice da Enrico II. Papa Niccolò II si lamentò di questa occupazione dei beni della Chiesa, e Roberto promise ritornarla. Troia non è stata restituita più alla santa sede. Continuate. Ridotta la Puglia « proseguì il cavaliero » tutto l'animo del conte Umfredo si rivolge alle Calabrie.

Scommetterei, sorella, che se sposa t'esibisci al guascon, ch'è tuo piacere, la tua gioia, il tuo core, la tua rosa, e che speri che t'ami di sapere; ei rivolge il discorso ad altra cosa, facendo il sordo o albanese messere, ché quanto piú vizioso è l'uomo e franco, men vuol Marfise per ispose al fianco.

Quinci è che quale ha in terra alma più rara, infiammata dal sol, ch'in te riluce, più lieta a te rivolge ogni pensero. Ed io, poi che tua fiamma in me traluce, forse più ch'in altri soave e chiara, e porto 'l cor d'eterna gloria altero. Dello stesso

Poscia che ’ncontro a la vita presente d’i miseri mortali aperse ’l vero quella che ’mparadisa la mia mente, come in lo specchio fiamma di doppiero vede colui che se n’alluma retro, prima che l’abbia in vista o in pensiero, e rivolge per veder se ’l vetro li dice il vero, e vede ch’el s’accorda con esso come nota con suo metro;

Oh tristo il giorno, oh trista l'ora, quando Giace nella sua cuna egro il bambino, E la giovine madre sospirando Ad ogn'istante riede a lui vicino, E invan teneri detti prodigando Tien sulle amate labbra il petto chino, Ma l'offerta mammella ei bacia appena, E non la sugge, ed a vagir si sfrena! Oh con qual lutto miserando allora La spaventata si rivolge a Dio!

e se' rivolge per veder se 'l vetro li dice il vero, e vede ch'el s'accorda con esso come nota con suo metro; cosi` la mia memoria si ricorda ch'io feci riguardando ne' belli occhi onde a pigliarmi fece Amor la corda. E com'io mi rivolsi e furon tocchi li miei da cio` che pare in quel volume, quandunque nel suo giro ben s'adocchi,

provveduta a l'infernal soggiorno Rivolge il tergo bestemmiando, e fiera Fa contra Rodi a guerreggiar ritorno La Furia rapidissima, leggiera; A pena ella apparia, che 'l volto adorno De l'auree stelle, e tutto il ciel s'annera, Tanto de gli atri abissi a lei van dietro Puzzo ed orror caliginoso e tetro.