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Aggiornato: 26 maggio 2025


Il di gennaio i patrioti di Torino Sineo, Bottero, Brofferio, Leardi, Turr ed altri, vollero dare un banchetto al generale e mentre questi siedeva a mensa cogli amici, una immensa folla lo acclama dalla piazza.

Scusi, dice Martucci un po' risentito; quanto a Brofferio, mi ricordo perfettamente di avere letto che è morto tanti anni fa. Ma tu, caro mio, confondi con Guerrazzi. Domando scusa: mi ricordo bene; il morto è proprio Brofferio. Hai ragione, perbacco; sono io che confondo. Quel ministro calvo allora è Guerrazzi. Ah, dicevo bene!

I repubblicani della sinistra. Brofferio, Macchi, Crispi. Partito garibaldino. Mordini, Cadolini, Musolino, Bixio, Cairoli, Bertani, Sirtori, Zappolta. Gl'indecisi. Liborio Romano, Greco, Lamasa, Assanti, Argentini, Polsinelli, Salaris, D'Ayala, Minervini, Ricciardi, Mellana, Sineo, Montanelli. Sintesi della sinistra. Perchè in essa non vi è un uomo di Stato.

Il più grazioso fra i ministri è il signor Cassinis, ministro di grazia e giustizia. Quest'uomo amabile, avvocato distinto, parlatore fluente, ha sempre il sorriso sulle labbra. Egli è il solo ministro che non s'impazienti mai delle interpellazioni e delle interruzioni. Egli sorride sempre, e non manca mai di risorse e di cortesia. Brofferio e Mellana gli fanno passare dei tristi quarti d'ora: nondimeno egli non perde giammai il suo buon umore, la sua facilit

Il partito repubblicano in Italia non è numeroso. Al Parlamento è ristrettissimo ma convenevolmente rappresentato. Brofferio va alla testa. Egli è riconosciuto incontestabilmente ed unanimemente come l'oratore più brillante della Camera. Sarebbe perfetto se volesse disdegnare la piccola vanit

Brofferio ha pubblicate parecchie opere avidamente lette, molto incorrette, ma scritte con quello stile di vita in cui l'uomo rivelasi in tutta la sua pienezza. Il suo difetto, in tutto, è la foga. A sessantanni, Brofferio è giovanissimo. Un poco più di sobriet

La Compagnia Lombarda istituita da Giacinto Battaglia e diretta dal Morelli, arruolava sotto le sue bandiere il fiore delle giovani reclute, iniziando, pel teatro drammatico, un'era novella. Scrivevano per la scena italiana il Bon, il Nota, il Brofferio, il Giacometti ed altri pochi. Giacinto Battaglia e Giuseppe Revere fornivano qualche dramma storico non tosto applaudito che obliato.

Visto che io stavo scrivendo, si rivolge al collega della Tribuna e gli domanda: Chi parla, adesso? Lanza. Oh!... io lo credevo morto. È il fratello. Quale? Quello delle candele steariche. Ah, ho capito! e quel signore grasso e calvo che sta al banco dei ministri chi è? domanda, indicando l'onorevole Berti. Quello?... diavolo! quello è Brofferio.

Ma in Genova, quando l'11 giugno 1850, in un pubblico convito, l'avv. Brofferio avventurava parole, che a torto o ragione furono interpretate come favorevoli alla federazione e alla monarchia, un grido unanime gli rispose: Viva Roma, capitale della Repubblica Italiana! Noi non avevamo provocato l'espressione di quella tendenza; ma dovevamo raccoglierla e movere un passo innanzi.

Il signor Brofferio ama la libert

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