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Aggiornato: 11 giugno 2025
Soffermati sull'arida sponda, Volti i guardi al varcato Ticino, Tulti assorti nel novo destino, Certi in cor dell'antica virtù, Han giurato: non fia che quest'onda Scorra più tra due rive straniere; Non fia loco, ove sorgan barriere Tra l'Italia e l'Italia, mai più! L'han giurato; altri forti a quel giuro Rispondean da fraterne contrade, Affilando nell'ombra le spade Che or levate scintillano al Sol. Gi
In su le rive del superbo fiume ch'altrui gi
È nelle mani dello sceicco Tell-Afab il quale sta ora guerreggiando sulle rive del lago Tsherkela contro una tribù di B
Il greco non si perdette ancora d'animo. Strappò dalle fonde della sella le pistole e si mise a correre come un pazzo. Appena uscito dalla valle il lago Tscherkela gli si svolse dinanzi tutto d'un tratto, racchiuso fra ridenti rive.
Un giorno, io vidi sulle vostre rive, bei Laghi d'oro, sbocciare la pallida e flessuosa amante che attendo, la donna subitamente fiorita e subitamente morta! Vidi la sua nudit
L'Adda sa bene di non poter contendere col Po, presso il quale il Monti è nato, e prima di lui Lodovico Ariosto ed il Guarini, ma pur si gloria che presso le sue rive abbia cantato un giorno Giuseppe Parini, l'Orazio lombardo. L'Adda dice: Quivi sovente il buon cantor vid'io Venir trattando con la man secura Il plettro di Venosa e il suo flagello, O traendo l'inerte fianco a stento, Invocar la salute e la ritrosa Erato bella, che di lui temea L'irato ciglio e il satiresco ghigno; Ma alfin seguïalo e su le tempie antiche Fêa di sua mano rinverdire il mirto. Qui spesso udillo rammentar piangendo, Come si fa di cosa amata e tolta, Il dolce tempo della prima etade, O de' potenti maledir l'orgoglio, Come il genio natìo movealo al canto E l'indomata gioventù dell'alma. Or tace il plettro arguto e ne' miei boschi È silenzio ed orror. Te dunque invito, Canoro spirto, a risvegliar col canto Novo rumor Cirreo. A te concesse Euterpe il cinto, ove gli eletti sensi E le imagini e l'estro e il furor sacro E l'estasi soavi e l'auree voci Gi
Ho da vendicare Elenka e la frustata che tu mi hai dato in volto e di più ho da far mia quell'almea che tanto mi abborre. Ti schianterò il cuore in modo tale che non abbia a guarire mai più!... Tese l'orecchio: non si udiva che il riso smodato delle iene che vagavano sulle rive del Nilo cercando cadaveri e il sibilo del vento che scuoteva i rami dei tamarindi e le foglie delle palme.
"Da più d'un anno sto qui aspettando che don Fernando mi renda giustizia e m'ascolti, come aveva promesso anche a Voi. Tutti ottengono da lui, di dovunque arrivino; checchè gli propongano, son tutti ascoltati: più ancora se nemici miei, o da lui avuti per tali. Di me non si fa caso; anche qui tutti mi sfuggono, come fossi un lebbroso. Pensate a questo, Voi che avete visto il mio arrivo a Barcellona. Ora io vi sto mallevadore che non è uomo sì vile il quale non pensi d'oltraggiarmi. Se io avessi rubate le Indie per darle a Portoghesi, come una volta si sospettò indegnamente, quando la tempesta mi gittò nel ritorno alle rive del Tago, non potrebbero in Ispagna dimostrarmi nimicizia maggiore. Chi ciò crederebbe d'un paese, dove fu sempre tanta generosit
E risero, come avrebbe riso Elena, sulle rive del patrio Eurota, se il dottor Fausto, scambio di parlarle il linguaggio eterno dell'amore, si fosse fermato a descriverle certe fogge d'allora, verbigrazia quel cartoccio da confetti che portavano sul cocuzzolo le donne tedesche del Quattrocento.
Entrambi i laghi sono permanenti e non mostrano nelle rive traccie di grandi oscillazioni di livello.
Parola Del Giorno
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