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Aggiornato: 20 giugno 2025
14 Non lascia alcuno a guardia del palagio: il che a Melissa che stava alla posta per liberar di quel regno malvagio la gente ch'in miseria v'era posta, diede commodit
E tanto piú si dovea fare, quanto egli di sopra ha detto che le cittá d'Italia non possono spesarsi della robba del Regno, ché con quella vivono; e l'esperienza predetta del regno di Sicilia lo dovea certificare di questo e non farlo dubitare che si saria perduto il commercio per il mancamento del cambio, come non si è perduto in detto regno.
97 Ne la lizza era entrato Salinterno, gran diodarro e maliscalco regio, e che di tutto 'l regno avea il governo, e di sua mano era guerriero egregio. Costui, sdegnoso ch'un guerriero esterno debba portar di quella giostra il pregio, piglia una lancia, e verso Grifon grida, e molto minacciandolo lo sfida.
Ottoman piango; ed ho nel cor disdegno Che parcamente i pianti miei sian sparsi; Ma pur Meandro e di Panfilia il regno Di martirj e di duol non ti fian scarsi; L
Ave rex Judeorum, et dabant ei alapam; ave rex Judeorum, et dabant ei alapam. Gio. Villani, lib. 7, cap. 63. Docum. Saba Malaspina, cont., pag. 361, Villani, Giachetto Malespini, e la Cron. della cospirazione nei luoghi citati. Raynald, Ann. ecc. 1282, §. 20. La bolla è data d'Orvieto a 4 giugno 1282. Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282. Post corruptionis amara discrimina, pag. 26 e seg.
Tolta dal regno a dispietate genti Cotanto offese, e vincitrici in mano, Onde a' tuoi duri oltraggi, onde a' tormenti Sperar mercè potrai se non invano? Dunque non versar quì pianti e lamenti, Anzi lavane i piedi ad Ottomano Inginocchiata, e fa che posta ei miri La belt
E cosí rimaneva Italia con un imperatore, Lamberto succeduto al padre; e tre re competitori, il medesimo Lamberto, Arnolfo e Berengario . Quindi ridiscende Arnolfo, e spoglia questa volta intieramente Berengario del regno e de' contadi ; ed egli muove a Roma, la prende e si fa incoronare da Formoso papa.
Sono indescrivibili le abbominazioni del regno di Carlo VI, dove il clero, la nobilt
e si` come saetta che nel segno percuote pria che sia la corda queta, cosi` corremmo nel secondo regno. Quivi la donna mia vid'io si` lieta, come nel lume di quel ciel si mise, che piu` lucente se ne fe' 'l pianeta. E se la stella si cambio` e rise, qual mi fec'io che pur da mia natura trasmutabile son per tutte guise!
Due barcaiuoli rotolarono sul ponte colle teste sfracellate. Sulla darnas regnò in breve la confusione.
Parola Del Giorno
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