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Aggiornato: 16 giugno 2025


Fosse la moglie dell’Alcalde, o la padrona di cinquanta zattere sul fiume, certo era la vecchia Spagna cattolicissima, che guardava con diffidenza e con rancore la forestiera che si dipinge gli occhi e non porta l’abito di raso nero. Dopo essersi empita la bocca d’un copioso boccone, apriva il suo ventaglio d’ebano e ruminava con lenta ingordigia, rinfrescandosi le gote.

Ebbene, signore, chi è quella damina coll'abito di raso celeste guarnito di fiori bianchi, col ventaglio color fuoco? Vedete, è quello appunto che ride colla figlia del signore Armary; e questo Armary è un sensale che, dopo aver fatto quattrini, ha aggiunto un ipsilon al suo casato.

Ma una sera, per far dispetto a certe amiche che avevano detto esserle impossibile l'abito scollacciato, venne al teatro con un abito scollato di raso rosso, quasi senza maniche, con un'audacia tranquilla ed irresistibile. L'abito era corruscante, il busto splendido. Nessuno osò dire nulla, poichè tutti sapevano che la principessa era profondamente virtuosa.

Molti oratori in parlamento avrebbero motivo di augurarsi la disinvoltura di quei bambini nel parlare in pubblico, e pochi oratori poi si possono vantare di avere un uditorio composto di persone appartenenti a tante nazioni, quanto quello di questi fanciulli in Ara Coeli. Dopo i maschi vengono le femmine, graziose ragazzine ricciolute, coi cappellini guarniti di piume e i vestitini di raso.

«Dunque all'operadisse Gaudenzio: e le due schifose creature, dopo d'aver traccannato un raso bicchiere di Bertinoro, s'avviarono verso la stanza d'Ida.

Il boudoir era tappezzato di raso giacinto a fiori bianchi. Il fuoco brillava nel camino. L'aria era tiepida e profumata da guastade di fiori. L

La gaze che temperava il luccicare del raso color di rosa, di cui le mura erano tappezzate, sembrava animata. Perocchè ogni movimento le imprimeva quella vermicolazione che si osserva sul seno di una giovinetta che dorme e sogna del suo primo bacio!

Mi scordava di dire che il signor Bruto è il favorito bracciere di madama Concetta; ed è una gioia il vedere la damina, un bettoliera, oggi in un superbo legno a quattro ruote ed a due bei cavalli inglesi, con servi e cocchiere in serpa e cacciatore dietro, due o tre pellicce o cappotte, due o tre canini pomeri seco sdraiati sui cuscini di raso del phaeton, dare le occhiatine al ganzo che galoppa al fianco del legno su cavallo arabo riccamente bardato.

Appressatosi al sepolcro per comporre in un solo pensiero le tutelari imagini della morta e della lontana, i suoi occhi furono percossi da un bagliore. Sul muro funerario, accanto agli scheletri delle ghirlande votive che era venuto altre volte ad appendervi, una grande corona candida abbagliava come un'aureola. Non era intessuta di fiori, ma di bianche stoffe e di fili d'argento: una mano sapiente aveva piegato il raso bianco, i merletti bianchi, i veli bianchi, in modo da raffigurare petali nivei e foglie spumose. La sua confusione dinanzi a quel voto durò un attimo; per un attimo, pensando che nessuno al mondo fuorchè egli stesso aveva amato la morta, lo stupore, l'ignoranza dell'affetto dal quale veniva quel voto lo lasciarono perplesso e ansioso. Comprese come alla luce d'un lampo. Certo che nessuno fuorchè la creatura d'amore era potuto venire ad appendere quella corona votiva, le lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi, inesauribili. Beatrice secreta, consolatrice pietosa, egli la riconosceva al pensiero d'amore che l'aveva nascostamente guidata dinanzi a quella lapide, al pensiero d'amore che le aveva fatto intrecciare quella ghirlanda. Le ossa della sorella morta avevano dovuto tremare, quando la pietosa mano aveva appeso la bianca ghirlanda! Tremando egli piangeva di gioia secreta, di gratitudine effusa, di timida speranza. Egli dunque viveva nella memoria, nel cuore di lei! Quando ancora chiedeva a stesso quali ricordi aveva lasciati alla lontana, quando dubitava d'esser rammentato da lei, ella aveva sposato la sua religione del sepolcro! Fissando lo sguardo velato alla corona luminosa pareva a lui che per un nuovo prodigio la sorella morta esprimesse i sentimenti dai quali egli era invaso; come oltre lo spazio ed il tempo il pensiero della lontana arrivava fino a lui, così oltre la vita l'anima della sorella parlava, ripeteva il consiglio che egli aveva udito altra volta: «Ama e vivi, credi e vivi, spera e viviPresentendo di adunare in uno stesso quadro le imagini belle, egli le vedeva tenersi per mano, venirgli incontro raggianti. La lontana aveva tratto dal sepolcro la morta; i due fantasmi vivevano d'una stessa vita sovrumana, intangibile. Ma sopra la meraviglia beata e l'estasi trepida e la grata fede, un sentimento di secreta ambascia gli stringeva il cuore pensando che nessuna parola mai avrebbe potuto significare alla creatura vivente l'impeto di devozione, il bisogno di genuflessione che lo piegavano. Prendere genuflesso la mano di lei, baciare la mano che aveva intessuta la corona virginea, ciò solo egli poteva. Ma gli sarebbe bastato? Tutte le cose dolci che s'agitavano in lui non lo avrebbero soffocato? E al pensiero d'amor puro dal quale era stata guidata dinanzi a quella tomba avrebbe egli risposto confessando un amore esigente, un lesivo amore? Non voleva egli ora averla per , tutta, ora che la sapeva sua nella fraternit

Non degli enormi cravattoni allarmavasi il Governo, non dei ricci a foglie di lattuga delle camicie, non dei ninnoli pendenti sulla sottoveste; ma di certi peli che i giovani si lasciavano crescere sul viso, abitualmente raso, di pochi capelli non incipriati sulla fronte, e di non so che gambali di calzoni tendenti ad allungarsi dalle ginocchia ai piedi: minacce, codeste, che facevano pensare ai pericoli che poteva correre il Regno.

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