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Un giorno eravamo rimasti io e Giuliana seduti sotto gli olmi. Mia madre ci aveva lasciati da poco. Nei suoi discorsi affettuosi ella aveva nominato Raimondo; aveva anzi rinnovato il diminutivo: Mondino, richiamando lontanissimi ricordi di mio padre morto. Io e Giuliana le avevamo sorriso. Ella aveva creduto che il suo sogno fosse il nostro sogno. Ci aveva lasciati l

Soggiacquero alla spada di Ludovico VIII, di cui l'aveva armato Onorio III. Il giovane Raimondo fu costretto alla pace, cedendo alla corona di Francia molte delle sue possessioni, ed alla chiesa romana parecchi de' suoi diritti sopra Avignone ed il contado Venosino. Roma guadagnò nella guerra contro gli Albigesi il primo titolo ad una novella signoria in Francia, ed ottenne particolarmente Venasque e Carpentras; sebbene questa cessione non avesse propriamente che il carattere di un pegno, e la Chiesa si trovasse poi costretta a dovere restituire quelle citt

La contessa mi rivide con gioja mi parlò di Clelia con molta mestizia e mi chiese notizie del "povero Raimondo." Ella accentuò con dolore queste ultime parole, e mi parve di leggervi il compianto e quasi un rimprovero d'essere stata dimenticata da lui. Non avevo adunque nulla ad apprendere da essa. In quei cinque anni Clelia e Raimondo erano stati spesso nelle sue sale.

Io non avevo saputo dell'arrivo di Eugenio a Milano; Raimondo me ne aveva parlato. In ciò non era certamente nulla di straordinario, ma tuttavia io mi domandavo senza frutto perchè Raimondo non mi avesse parlato d'Eugenio. Era stato calcolo o dimenticanza?

Se non che, fosse caso o provvidenza, Clelia un'ora dopo entrò nelle sale accompagnata dal vecchio generale, e allora Raimondo fu da capo alla prima trepidanza.

Raimondo incominciava a perdere la pazienza; comprese che non vi era mezzo di far chiaccherare quel vecchio orso, e mutò sistema: Vorrebbe ella avere la cortesia di darmi qualche notizia più chiara sul conto della signorina Clelia? Il generale si volse all'improvviso, e guardò in faccia Raimondo. Poi con affettata cortesia: E si può sapere a quale scopo ella mi fa questa domanda?

I due, che erano giunti al fondo, odono il susurro delle parole di NICOLETTA, senza distinguerle; si fermano, si volgono. NICOLETTA si volge anche lei verso di loro, li fissa per un istante; poi prorompe. No, Raimondo, no! La verit

Raimondo se ne accorse e venne più spesso da me; talvolta si trattenne meco, ma poi che non mi sfuggiva lo sforzo che egli vi poneva, gliene fui grato, ma disperai d'arrestare il fantasma della nostra amicizia che si era oramai dileguato. Mi ricordai d'Eugenio. Forse verso di lui io era assai colpevole; ma la lontananza non avea reso lui meno colpevole di me.

Vi andammo assai di buon'ora; io con animo lieto ed aperto alla speranza; Raimondo trepidante e dubbioso, ma tuttavia più calmo.

La sola persona a cui non aveva pensato, e che anzi io aveva dimenticato in tutto quel tempo, era quel buon uomo snidato dall'altro mondo, quella creatura dai capelli lucidissimi ed abbondanti, dalle forme svelte e dal cuore così grande quella creatura che aveva spinto il suo disinteresse e il suo affetto per Raimondo, fino a lasciare il suo sole cocente per seguirlo; fino a deporre il suo poncho e rinunziare al suo barbotto Charru