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che si trova, a questo punto, sulla soglia della sala da pranzo, si ferma, si volge, guarda RAIMONDO per un attimo, poi d'improvviso, viene a lui rapidamente, si curva, gli prende il capo tra le mani, lo bacia due o tre volte affannosamente, poi prorompe in uno spasimo acuto. Raimondo, tu fai ciò che avrei dovuto far io, e non ho fatto mai, perchè.... perchè sono un vigliacco!

Volgendosi a RAIMONDO, con la tazza del caffè e le piccole molle dello zucchero che tien sospese su la tazza. Quanti pezzi, colonnello? Niente "cognata" ma niente "colonnello". Gi

si alza, e, in orgasmo, come se non parlasse più per difendersi, ma per esaltarsi. Ma se arrischiavo di perderlo questo amore? Colpire lui e perdonare lei! Ah! Tu non conosci Nicoletta. Ella è donna capace di rifiutarlo il perdono! Ella era capace di lasciarmi! RAIMONDO indignato. Oh! E tu?...

In un baleno fui d'accanto a Raimondo, che pareva essere rimasto fuori di ; e trattolo meco, sotto il pretesto di riverire la contessa, giunsi ancora in tempo a farlo incontrare un'ultima volta con Clelia. Cospetto, gli dissi quando fummo usciti, non potrai lamentarti di me, dire che io non mi abbia sorbita la noia in bel modo per lasciarti a tuo bell'agio.

Mi ripetè il suo spasimo, i suoi dubbii, il suo timore di riuscire ingrato agli occhi di Clelia; e poi che gli uomini temono sopra ogni cosa il ridicolo e lo vedono da per tutto dove il compasso non ha portato la sua misura, io compresi che Raimondo era torturato da questo pensiero.

Non di rado questi veli d'oblio furono lacerati con violenza. Mia madre parlò di Raimondo. Le cortine si aprirono per lasciar passare l'intruso. Lo portò mia madre sulle braccia. Ed io ero l

D'improvviso Raimondo si scosse, e stringendomi al petto, mi disse con accento di tristezza indefinibile: Che tu sia il benvenuto, amico mio poi guardando il ritratto Clelia, ed accenandolo col dito: da un mese io sono solo. Non disse altro; ma mi fe' segno che lo seguissi e mi trasse verso la sua camera.

Persuasi Raimondo a sperare, ad abbandonarsi a me. Non ci volle gran fatica; la solitudine avealo fatto arrendevole, però io posi per primo patto che egli venisse meco quella sera medesima in casa della contessa.

Il dolore e la colpa fanno la giornata dell'uomo, e il rimorso ne accompagna il tramonto; la vita ha un solo raggio di luce che le passioni non han deturpato l'infanzia. Raimondo per lo addietro così taciturno ci avea rivelato una folla di progetti; pareva ch'egli uscisse con volutt

Allora il Conte Raimondo, tolto per mano il pellegrino, lo condusse nei più riposti appartamenti; e fattolo ristorare di cibo e di bevanda, vedendolo stanco, non volle per quella sera trattenerlo in più lunghi discorsi, ma comandato che gli si preparasse una fresca cameretta, quivi lo lasciò a riposare, e ritornò alla festa.