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Aggiornato: 19 giugno 2025
Io entrava. La stanza per lo più era nell'ombra. Io vedevo biancheggiare le fasce di Raimondo su le braccia della cupa femmina possente che mi fissava con quelli occhi d'idolo inanimato senza parlare e senza sorridere.
Però mi raccostai a quella tomba recente. "Perchè mi hai tu abbandonato?" Era tutto una storia d'affetti spezzata, un mondo di sogni svanito. Pensai a Raimondo ed a Clelia. M'allontanai un'ora dopo dal cimitero, senza essere andato più in l
Son venuta a vedere se sei viva o morta. Tre giorni che non si sa nulla di te. Buon giorno, Piero, buon giorno Ugo. Stringe la mano ai due. Il colonnello Raimondo Donati, fratello di mio marito. La mia amica Fulvia Giuliuzzi. Oh come sono felice di conoscerla, finalmente! RAIMONDO un poco sorpreso. Finalmente?
Rimaneva in casa la quarta, ed il romeo disse a Raimondo: «Questa daremo ad uomo valoroso che vi sia in luogo di figliuolo, e vi succeda nella signoria:» ed assentendo il Conte, egli la sposava a Carlo d'Angiò, fratello del Re Luigi di Francia, affermando che sarebbe divenuto il maggiore e il migliore signore del mondo.
Una sera io mi era recato secondo l'usato presso la contessa B., notai che Raimondo, che da qualche tempo s'era fatto frequentatore assiduo, non era venuto. La contessa me ne domandò notizie; risposi non averne; infatti in quel mattino egli non era stato da me. Il discorso si portò naturalmente sovra di lui; la signorina Clelia era seduta d'accanto e ci ascoltava. In quella entrò Raimondo.
Quel signore lombardo s'era informato di me per qualche tempo senza frutto; e come avea saputo che io mi era recato a Quartu a poca distanza da Cagliari, ci era venuto anch'esso. Scrissi subito a Raimondo, ma dopo quel tempo non ebbi più risposta. Così io giungeva a Milano coll'anima commossa; mi pareva d'accostarmi ad una buona amica che avessi abbandonato senza ragione, e mi tenesse il broncio.
A Livorno sperava incontrare il mio amico capitano Raimondo Mannelli, ma lì seppi, che non aveva avuto voglia di resuscitare nè manco egli, e ora quasi quasi mi sembra, che abbia avuto ragione.
"Porterò fra quei selvaggi raminghi l'immagine mesta e bella di colei che ha fatto battere la prima volta il mio cuore, e ne popolerò la mia solitudine. "Ma avrò il coraggio d'affrontare la mia sorte, poichè l'anima dell'uomo sa essere gagliarda nel dolore." Raimondo riuscì a far pervenire questa lettera a Clelia in quello stesso giorno.
In quello stesso giorno andai a far visita a Raimondo. Per via io era ebbro di gioia; accostandomi a quella casa dove avrei incontrato la felicit
Il generale stava benissimo, e continuava a lisciarsi i mustacchi; ma quando s'accorse che il suo interlocutore non aveva in animo di lasciarlo in pace alle sue fantasie, gli domandò tra il sorriso e il cipiglio: Il signore mi conosce? Ho questa fortuna. Ella è il generale R. Mi fu presentato dalla contessa ed io non l'ho più dimenticato. Troppo onore. Io sono Raimondo X. Ne ho piacere.
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