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Mi rispose una lettera mesta; si scusò del suo silenzio; mi parlò Roma e d'arte; ma non mi disse nulla di medesimo, del suo passato. Gli aveva parlato a lungo di Raimondo per eccitarlo a ragionarmi del tempo in cui egli s'era trovato a Milano, ma non ne fe' cenno.

Una sera, mentre Raimondo ed io discorrevamo in un canto della sala colla contessa, vedemmo venire incontro a noi un vecchio alto della persona ed una giovinetta sui diciotto anni. La contessa corse loro incontro, strinse la mano al vecchio, e baciò sulla bocca la fanciulla. Poco stante ci presentò il generale R. e la signorina Clelia.

Immaginate lo spasimo di Raimondo. Del resto il generale continuava ad intervenire colla stessa regolarit

Da gran tempo non aveva saputo più novelle di Raimondo. Egli era partito per un lungo viaggio otto anni prima, quando, rimasto solo per la morte d'un vecchio zio che avealo educato, eragli nata vaghezza di veder cose nuove. L'ultima sua lettera recava l'impronta d'una melanconia profonda, inguaribile.

Come io fui giunto al quartiere remoto che egli abitava, mi arrestai dubitoso; e parvemi imprudente il visitarlo a quell'ora. Ma poi che io mi ostinava a voler cancellato col pensiero il tempo che ci aveva tenuto divisi, conchiusi che il mio Raimondo di collegio non si sarebbe offeso di questa licenza, e in due salti fui ai terzo piano.

Per alcun tempo Raimondo non rispose, e parve meditare sulle mie parole.

Non ebbi dette queste parole, che egli ammutolì e si oscurò nel viso per quanto io vi almanaccassi sopra, seppi comprenderne la cagione. Alla sera io mi recai in casa della contessa; mi aspettava d'incontrarvi Raimondo, ma non vi era ancora. Il generale mi venne incontro; gli domandai notizie della signorina Clelia. Era incomodata lievemente e s'era rimasta a casa.

Per ora non avete molte cause. RAIMONDO ridendo, garbato. Ma le cerca, evidentemente. Nevvero, avvocato? E questo d

Che pensava ella? La sua fronte era pur sempre tenue e pallida come un'ostia. Cadeva forse su lei un'altra ombra, oltre quella della sera? Io vedevo Raimondo: non più in forma del fanciullo perverso e felino dagli occhi grigi ma in forma d'un corpicciuolo rossiccio e molle, a pena a pena respirante, che una lieve pressione poteva far morire.

Vestivano il bruno entrambe: riconobbi subito Bianca, la figlinoletta di cui avevami fatto cenno Raimondo. La sollevai sulle braccia, e la baciai in volto. La vecchierella, che non mi aveva mai veduto, mi guardò sorpresa, ma mi lasciò fare la piccina sorrise.