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Aggiornato: 6 giugno 2025
Sua Eccellenza desiderava di sapere se Vossignoria ha trovato modo di collocarsi a Querciola. Ci sono venuto subito, appena ricevuto l'ordine; rispose Gino, niente ingannato dalla forma garbata in cui quell'altro gli presentava la cosa.
Quella sera, appena giunto co' suoi ospiti alle Vaie, il conte Gino volle ritornarsene al suo eremo di Querciola. Sentiva il bisogno di raccogliersi, di meditare, di assaporare la sua felicit
Ne giudichi Lei, illustrissimo. Mi ha chiesto se conoscevo i signori Guerri. «Tu hai accompagnato il tuo padrone a Querciola, mi disse, e ne saprai qualche cosa. Che gente è quella? Quanti sono in famiglia? Come vivono? Sento che ci hanno anche una bella ragazza. L'hai veduta?» Io, scusi la mia indiscretezza, ho creduto subito ad un sentimento di gelosia.
Ebbene, replicò Gino, che importa? Sia pure il peggio dei peggi. Non debbo io anche interpetrare degnamente le intenzioni del governo ducale? Mi vuol confinato a Querciola, in punizione de' miei peccati; sar
Tra esse, naturalmente, e quasi sarebbe inutile il dirlo, era anche Minerva galeata. I nostri due cavalieri, fatta una breve salita, andarono costeggiando la montagna per un sentiero sassoso, all'ombra dei soliti cerri; guadarono due o tre torrentelli, e dopo mezz'ora di cammino scopersero le prime case di Querciola. Veramente, il nostro Gino Malatesti non aveva scoperto nulla.
Gino fu accolto con gran festa alle Vaie. Come aveva trovato il soggiorno di Querciola? Brutto, naturalmente; ma tanto meglio per i Guerri, che avrebbero avuto la fortuna di vedere il loro ospite più spesso. Si capisce che tornò in campo la proposta gi
È bella, infine, e la gelosia non deve farmi travedere; pensò ella, mentre il De Wincsel stava ancora cercando il senso delle parole di lei, come un avventor di caffè cerca il motto della sciarrada nel giornale con cui ha fatto colazione. Del resto, sono io proprio gelosa? È bella, non c'è che dire, e capisco che il mio signor marito, nell'ozio forzato del suo confine a Querciola, abbia potuto invaghirsi di quel fiore di bosco. Che amori devono essere stati fra lor due! Perchè poi, sapendo queste cose, la mia signora madre abbia voluto ad ogni costo fare di me una Malatesti, in verit
Non correre tanto; gli disse. Per venire a Querciola debbano passare di qua. Se anche hanno trovato muli a Pievepelago, non c'è pericolo che vengano al trotto. Comunque, noi non offriremo loro i cavalli per raggiungerti. Quando ci rivedremo? Se mi lasciano, disse Gino, fo una trottata stasera. Bravo! Ti hanno guastata la fine del pranzo; vieni a cena. Eh! Perchè no? A rivederci.
Gino, ridotto agli estremi delle sue difese, fece uno sforzo violento e svelò tutto il suo cuore. Tanto avrebbe dovuto farla, un giorno o l'altro, la sua confessione generale; e meglio allora che poi. Narrò come fosse giunto a Fiumalbo, per recarsi a confine in Querciola; come avesse conosciuti i Guerri e ricevute le dimostrazioni più affettuose, le prove di una ospitalit
Verissimo; disse Orlando. Ho avuto occasione di entrarci l'altro giorno, per dire qualche cosa al vecchio Azzolino, Vuol crederlo? Non c'era neanche una sedia che si reggesse sulle gambe. Eppure, disse Gino, sospirando, dovrò andare a Querciola.
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