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Il terreno che dovevamo percorrere era pieno d'intoppi: era un avvicendarsi di piccoli scaglioni che qualche volta ci facevano andare a gambe levate. I Francs Tireurs si erano internati nella foresta e appoggiavano i nostri movimenti. Dopo poco trovammo dietro uno dei tanti rialzi gli Chasseurs d'Afrique che erano in esplorazione. Una scarica a bruciapelo eseguita dai Prussiani, li fece retrocedere; allora occupammo noi la sommit

Oh! se non fosse stata la mente del Generale, il valore e l'intelligenza dei quattro che comandavano le brigate, l'innegabile slancio dei volontari, per il nostro stato maggiore se ne poteva passar delle belle, e i Prussiani potevano agevolmente circondarci in Digione, come avevano circondato a Metz il famigerato Bazaine.

La democrazia e tutti coloro che sentono amore per l'Italia, applaudivano calorosamente il giovane condottiero, che con un pugno di uomini, sorprendeva, notte tempo, ottocento Prussiani, ne faceva più che quattrocento prigionieri, e toglieva loro buon numero di cavalli e di armi.

Questi ragguagli furono dati da me e da altri alla classe d'uomini, dei quali io parlava poc'anzi, e che dovrebbero esser guida nell'impresa patria alla inesperienza dei popolani. E allora, dacchè quella prima obbiezione spariva, sorsero, delusione amarissima a me che stimava ed amava quegli uomini come legione sacra nel nostro campo, dubbiezze d'ogni maniera, opposizioni che tradivano una codardia morale strana in chi aveva affrontato e affronterebbe anche oggi, non v'ha dubbio, la morte in una posizione o sopra una barricata, purch'altri avesse iniziato la guerra. Dicevano le condizioni politiche d'Europa avverse; numeravano i gabinetti ostili all'emancipazione d'Italia: registravano i reggimenti austriaci, prussiani, russi; e chiedevano dov'erano i nostri. Dei popoli dimenticavano perfin l'esistenza, delle questioni che pendono tremende fra i gabinetti non sapevano o non curavano; degli elementi di dissolvimento, esistenti innegabilmente in seno dell'esercito austriaco, non tenevan conto; della rapidit

Questo Epigramma lo scrissi o pubblicai nell'anno 1870, allorquando Prussiani e Francesi si trucidavano per una obbrobriosa questione di supremazia. Victor Hugo, nel suo splendido discorso recitato a Parigi in commemorazione di Voltaire, espresse presso a poco il medesimo concetto con queste parole: «Il diritto ora ha trovato la sua formola: la forza vien chiamata violenza e comincia ad essere giudicata; la guerra è messa in stato di accusa. La civilt

Appena scesi dalla stazione di Chalons, ci colpisce la vista un insolito brulichio di persone: la vasta piazza dell'obelisco è occupata da capannelli che si agitano, si sbracciano, discorrono ad altissima voce. Domandiamo a qualcuno che cosa è avvenuto: ci si risponde che domani i Prussiani saranno in citt

Dopo aver camminato un poco, noi del battaglione, comandato da Ciotti, arrivammo in un piccolo villaggio situato al Nord di Lantenay, e qui dalla bocca stessa dei villici sapemmo che i Prussiani, prima di partire, avevan fatto man salva di tutto il bestiame.

O voi, fedelissimi amanti che vi desolate nelle pene di un amor contrastato, immaginate la disperazione di quei due! Le loro lettere non si potevano più leggere, perchè le lagrime cancellavano le parole; filze di punti ammirativi da sembrare soldati prussiani sotto le armi, seguivano le diuturne imprecazioni alla sorte, al destino, al fato e ad altri esseri impersonali che non potevano rispondere; mille progetti fantastici erano creati, discussi e poi rigettati. Carlo avrebbe voluto fuggire con Maria, ma suo padre non gli lasciava danaro e sarebbe stato difficile riunire le nove lire e cinquanta per un viaggio in due sino a Napoli; pensarono per un momento al suicidio, ma.... trovarono che non risolveva le difficolt

Il Mas era un po' in bernecche, e invasato dai sacri furori che il Dio Bacco suole prodigare ai suoi fedeli seguaci, si riprometteva con le sue due compagnie di mangiare in un colpo tutti i Prussiani; domandava soltanto un po' di tempo per far prendere il caffè ai soldati. Castellazzo osservò che era assai meglio che lo prendessero dopo aver mangiato i Prussiani, per aiutare la digestione..

Castellazzo attendeva da parecchio tempo e nessuno arrivava: i Prussiani avendo saputo dalle chiacchiere dei borghigiani qualche cosa, mandano venticinque usseri nel paese; e, mentre il nostro amico aveva fatto attaccar la carrozza, i cinque uomini dell'avanguardia nemica annunciano al capoposto che non vi erano Garibaldini.