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Tutta roba adunque che sapemmo poi, al ritorno, e che naturalmente ho dovuto restringere in una mezza dozzina di pagine. Leggete, principale, leggete! gridò il Passano. Non ce le fate sospirare, vi prego.

Sapemmo anche per mezzo della nostra interlocutrice, quanto fu lo spavento da cui fu colto il generale Werder, quando Garibaldi tentò di sorprenderlo la sera del 26 novembre: tutti i cariaggi erano stati preparati, tutte le disposizioni per una ritirata erano state ordinate in men che si dice; i soldati avevan fatto fagotto: i battaglioni di riserva erano adunati nelle piazze, e di momento in momento altro non si attendeva che l'ordine della partenza.

Ed è pure con profonda mestizia, naturale a uomini che amano la Francia e pongono tuttavia fede in essa, che noi compiamo con voi, signore, la missione affidataci. Quando dopo la decisione della vostra Assemblea che invitava il governo a far , senza indugio, che la spedizione d'Italia non si sviasse più oltre dal fine assegnatole, noi sapemmo del vostro arrivo, ci balzò il core per gioja.

Alle 6 precise, come Dio volle, vi giungevamo e facemmo una breve sosta: il punto è ben segnato da una permanente macchia di neve, sotto alla quale scorre in abbondanza l'acqua proveniente dal gran canalone, di qui solo parzialmente visibile. Qui calzammo le «kletterschuhe» e affidammo le scarpe al nostro bersagliere, coll'istruzione di non muoversi se non quando un nostro grido lo avvertisse che eravamo certi di riuscire: allora avrebbe potuto tornare a Borca. Sapemmo più tardi che la poco principesca generosit

Dopo aver camminato un poco, noi del battaglione, comandato da Ciotti, arrivammo in un piccolo villaggio situato al Nord di Lantenay, e qui dalla bocca stessa dei villici sapemmo che i Prussiani, prima di partire, avevan fatto man salva di tutto il bestiame.

Quando la Porta Pia fu affatto libera, e la breccia vicina aperta sino a terra, due colonne di fanteria furono lanciate all'assalto. Non vi posso dar particolari. Vidi passare il 40.° a passo di carica; vidi tutti i soldati, presso alla porta, gettarsi a terra in ginocchio, per aspettare il momento d'entrare. Udii un fuoco di moschetteria assai vivo; poi un lungo grido «Savoiapoi uno strepito confuso; poi una voce lontana che gridò: Sono entrati! Arrivarono allora a passi concitati i sei battaglioni dei bersaglieri della riserva; sopraggiunsero altre batterie di artiglieria; s'avanzarono altri reggimenti: vennero oltre, in mezzo alle colonne, le lettighe pei feriti. Corsi con gli altri verso la Porta. I soldati erano tutti accalcati intorno alla barricata; non si sentiva più rumore di colpi; le colonne a mano a mano entravano. Da una parte della strada si prestavano i primi soccorsi a due ufficiali di fanteria feriti: uno dei quali, seduto in terra, pallidissimo, si premeva una mano sul fianco: gli altri erano stati portati via. Ci fu detto che era morto valorosamente sulla breccia il maggiore dei bersaglieri Pagliari, comandante del 35.°. Vedemmo parecchi ufficiali dei bersaglieri con le mani fasciate. Sapemmo che il generale Angolino s'era slanciato innanzi dei primi con la sciabola nel pugno come un soldato. Da tutte le parti accorrevano emigrati gridando. Tutti si arrestavano un istante, a guardare il sangue sparso qua e l

Tra un bicchiere e l'altro, sapemmo che i Prussiani avevano fatto fuoco sull'ultimo convoglio di Garibaldini che era partito da Digione, convoglio nel quale tra gli altri si trovava il Piccini: nessuno fu offeso ad eccezione del Macchinista che restò morto sul colpo. Il giorno dopo, noi partivamo da Chagny, diretti a Chalons sur-Saone, dove si trasferì il quartier generale.

Eccomi dunque convertito in sentinella con una pioggia continua a compagna e l'occupazione di ravvivare, per quanto si poteva, i fuochi accesi per allontanare gli incomodi visitatori. Il fucile restò inoperoso, e il silenzio fu solo turbato verso mezzanotte da grida che partivano da uno dei gruppi di capanne, e che sapemmo essere i pianti delle donne per un morto. Martedì 11.

Il cane era idrofobo, palesava tutti i segni del male e per fu ammazzato. Ma il ragazzetto? Era perduto. Tutto questo lo sapemmo e lo vedemmo in un momento; un brivido ci corse per l'ossa e il coraggio di avvicinarci all'infelice ci mancò. Ma la gente si stringeva più intorno a suor Carmelina che da presso il ragazzetto.

La popolazione Digionese, accortasi dell'errore meschino in cui l'avevano fatta cadere la sera precedente alcuni vigliacchi, non si restava dal magnificare il nostro coraggio ed aumentava verso di noi di dimostrazioni affettuose e gentili; sapemmo che causa principale dello sgomento e dell'allarme era stato il colonnello dei mobilizzati dell'Alta Savoja, che al primo rumore del combattimento, era corso con diversi suoi uomini alla ferrovia, e aveva preteso che di riffe o di raffe si mettesse in pronto un convoglio, onde partire alla volta di Lione.