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Aggiornato: 27 giugno 2025
Volevo dirti che ho intenzione di andare a Venezia, fra qualche giorno. Bisogna ch'io sappia ciò che si dice, dichiarò Filippo, sedendo in una poltroncina. La mia assenza non può essere stata notata: a Venezia son rimaste poche famiglie che io conosco, e in quest'epoca, tutti gli anni io vado in campagna. Ma voglio udire se si fanno chiacchiere e voglio, se mi riuscir
La signora Maddalena, ch'era seduta nella poltroncina, gl'indico il canapè. Il giovanotto sedette, e sdraiandosi un poco, sorridendo, cacciò la daga fra le gambette lunghe e sottili. Ci deve essere un perché sotto questo nuovo capriccio dell'Africa. Che c'è? Sentiamo. No, mamma. Quello che ti ho detto è la verit
Il buco della toppa è sempre oscurato; Donato ci va presso, guarda e vede una cartolina piegata; l'afferra, torna nella sua camera da letto e si lascia cadere fra le braccia d'una poltroncina. Ha la fronte coperta di sudore. Ci pensa, rilegge, non capisce, rilegge ancora: «Il signor Donato X è invitato a pagare alla Banca.... lire 5000 per un effetto scaduto oggi.»
Paolo s'alzò in piedi, la guardò a lungo, ma ella lo fissò con una tale insistenza ch'egli dovette infine abbassare involontariamente lo sguardo; allora le prese la mano, la portò alle labbra, ne baciò le dita lungamente: poi la trascinò con dolce violenza a sedere su la poltroncina doppia, presso di lui; e rimasero a lungo silenziosi, uno presso all'altra, palpitando.
Nel risvegliarsi, Ernesta fu molto stupita di vedersi quasi all'oscuro, sopra una poltroncina, nel vano della finestra, di cui erano state chiuse le imposte; balzò in piedi si stropicciò gli occhi, aprì le vetrate e ricevette sulle guancie il caldo bacio del sole di mezzodì. Pensò: «Qualcuno è venuto, mentre io dormiva, chi mai? Leonardo; Olimpia non entra se non la chiamo.»
Filippo, ch'era seduto in una poltroncina assai bassa, quasi alle ginocchia di sua madre, la guardò più inquieto per la verit
Scaldati dunque anche tu, prima di farci il thè, esclamò il dottore, che avendole afferrato l'altra mano, gliela stringeva fra le proprie; quindi le trasse la poltroncina rosea più accanto al fuoco. Mettiti qui. Prima faccio il thè. Niente, signorina; quando ho ordinato una cosa, deve essere, altrimenti cambiate medico. Preferirei di cambiare malattia.
Sempre seduta nella poltroncina con le braccia conserte e il dorso poggiato a la spalliera, Lucia guardava e sentiva con malata indifferenza.
Abbandonata sopra una poltroncina, nella sua stanza da letto, con la testa fra le mani ella chiudeva gli occhi dinanzi al crollo repentino dell'edifizio pazientemente costrutto. Egli amava ancora la morta! Egli non l'aveva mai dimenticata!
«È la sorella del povero Cecchino! disse, introducendo una giovine donna piccoletta, aggraziata tutta in nero, con un fitto velo su 'l cappello. Lucia scattò dalla poltroncina e strinse le mani a la giovine facendosela sedere presso. «Sono venuta a ringraziarla prima di entrare in convento! disse la giovine con accento commosso.
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