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Aggiornato: 16 giugno 2025
Lui mi salutava con la mano, levando il braccio nudo, sorridendomi. Ah, questo piccino malato, questo piccolo piccino pallido pallido, questa mia novella amicizia puerile! Tutto il giorno son rimasto a pensarvi. Dopo una settimana avevo finito. Ero contento; il ritratto m'era venuto somigliante non pure, quanto assai giusto di colore e d'intonazione.
Pare impossibile! Voi sapete tutto, siete informato di tutto; non si sa come diavolo fate! Eh! uomini istancabili come siete voi non ne nascono più, astutamente osservò il Ribaldella. A cui il Luciani: È una passione che ho avuto sempre fin da piccino; ma, vedete, io pago in moneta di gotta la mia curiosit
Ella gli gettò le braccia al collo: e seguitava singhiozzando: Povero piccino! povero piccino! Il conte Luca non osava fiatare, e diceva tutt'al più: No, Fortunata, no, non conviene agitarsi. Il medico te l'ha proibito. Mi spiego? Ma Fortunata non gli dava retta e si lasciava portar via dai suoi pensieri. Gli vorr
È la notte di Gesù piccino. La vecchia guarda mestissima il marchese Asdrubale.... È l'ora delle gioie di Natale. E la badessa donna Maria Ines di Santa Radegonda racconta la sua amorosa gloria di mamma, quando le era nato quel bambino biondo, come quello del Signore. E il cardinale Don Apollonio di Santa Prisca racconta la sua tranquilla felicit
In una scarpa il piede non era entrato tutto, ne scappava fuori il tallone ove faceva sacco la calza. Lui dondolava quel piede. A poco a poco la scarpetta ne cadde. Allora il piccino sorrise, tutto solo, molto contento. Contemplò, per un pezzetto, il piede libero, poi non avendo altro a fare, si rimise a mangiar la ciambella.
Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso! Il sole vi entrava a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo uniforme e ricercando gli
Fu sorpresa della gaiezza di quel volto, della luce strana che le brillava negli occhi, dell'aria disinvolta, padrona di sè. Entrò. Il bambino piangeva. La fattora se lo prese tra le braccia, cullandolo, baciandolo lieve lieve sulla fronte, mormorando parole tronche, senza senso, dolcissime. Ella dunque avrebbe fatto allo stesso modo? E quello era l'amor materno? Lo amate molto questo piccino?
E come io la interrogavo con gli occhi, non sapendo che cosa mi stesse per capitare addosso, ella soggiunse prestamente: Ebbene, ecco, io non volevo esser disegnata proprio io, perdonatemi... E chi? Ella volse lo sguardo al lettuccio, confusa. Allora m'accorsi che nel lettuccio c'era qualche cosa. Un piccino.
Zitto, zitto per amor del cielo: susurrava Agapito, tentando farsi piccino piccino e rinsaccando il capo fra le spalle: si calmi, non facciamo scandali, non facciamo scene... Ne voglio far io: gridava più forte la moglie del pittore. E non so chi mi tenga dal chiamar tutti i casigliani fuori, e contar loro le sue belle prodezze.
Dissi amico mio, come non dicevo mai, perchè mi parve che in quel momento Egli avesse bisogno di una parola gentile. Rispose rassegnato: Addio. Io raggiunsi la scala senza voltarmi indietro, seguendo Pietro che portava il piccino gi
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