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Aggiornato: 9 giugno 2025


Era quasi notte quando il phaéton si fermò sulla piazzetta dinanzi all'osteria, gi

Allo sbocco della piazzetta c'imbattemmo in un giovine che scendeva dai monti con una scure in ispalla: il quale, appena ci vide, chinò il capo e accelerò il passo come volesse schivare il nostro incontro. Il signor De Emma gli diè una voce, e lo costrinse suo malgrado a fermarsi.

In quella la campana di San Marco suonò sei ore, e l'oscillazione prolungata rimbombò nel ridato della piazzetta. «Sono le seidisse allora il Malumbra, scuotendosi e traendo seco il Fossano. «Non è tempo a perdere. Andiamo

Nella folla raccolta in piazza, che attendeva compatta la partenza degli stranieri c’erano ancora dei vecchi che avevano vissuto sotto la gloriosa repubblica, c’era molta gente che aveva veduto i patriotti del 21, salire sulla berlina eretta in piazzetta per condannarli alla morte, c’erano molti cittadini che avevano sofferto nelle carceri e nell’esilio. Quando la bandiera italiana fu issata sulle tre antenne di Cipro, Candia e Morea, si udì un clamore che non era un grido d’entusiasmo, un gemito di commozione, un urlo selvaggio, un applauso di trionfo; era una voce strana, inaudita, unanime, di migliaia di persone, una voce che fondeva in una sola espressione tutte quelle passioni compresse, ed echeggiava ad un tratto nell’aria, come un grido dell’umanit

Un po' di prodigio cresceva attrattive alla misteriosa figura del curato. Durante la benedizione uscii a passeggiare sul sagrato deserto; la porta della chiesa spalancata sugli arpioni, lasciava vedere l'altar maggiore illuminato e i riflessi cadevano sulle casupole della piazzetta. La sera era buia: nelle tenebre fitte del villaggio, nessun altro lume che quello della chiesa.

Cristina esce nella piazzetta. Ha una bottiglia in mano e va alla fontanella. Vito la segue con lo sguardo, poi si rimette a sedere sotto la sua porta e gioca con la rosa sempre guardando, sottocchi, la giovane, che silenziosamente riempisce la bottiglia. Quando ella ha finito fa per tornare, lentamente, al palazzetto. Psstt! Site stata vuie? Che cosa? Mme l'avite menata vuie? ... E... pecché?

È una scena piangevole che potete vedere ogni mercoledì e ogni domenica, tra le dieci e la una, sulla piazzetta Filangeri, dinanzi l'edificio della sventura sociale.

Gondola, gondola! gridavano i barcaiuoli, come nel pomeriggio in cui di Reana aveva indotto la Teresa a fare una corsa in laguna. Dopo quel giorno ella non era più uscita di casa che per andare alla stazione. Solo adesso ella rivedeva il Molo, rivedeva la Piazzetta e il Palazzo ducale, tanto diversamente illuminati in quell'ora tanto diversa.

Davanti a la chiesa, il viottolo si apriva in una piazzetta folta di piante da cui pioveva la luce d'oro riempiendo il suolo ombreggiato, di allegre macchie tremolanti. Presso il tronco d'una pianta, un fanciullo sgambucciato, vestito solo d'un paio di calzoncini e d'una camicia greggia, dormiva boccone, con la testa poggiata su le braccia incrociate.

L'orologio della chiesa di S. Maria a Costantinopoli suonò le dieci. Quei dieci colpi di orologio gli diedero la vertigine. E' saliva allora quel vicolo che dalla porta di Costantinopoli, conduceva alla piazzetta deserta, ove era il collegio di medicina. In un chiassuolo adiacente vi era un orribile affresco che figurava la Passione.

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