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Quasi nel medesimo istante, sulla scala che mi era alle spalle, risonò un grido acuto e volgendomi scorsi, abbrancata alla ringhiera, Lidia, pallidissima, cogli occhi aperti su di me. Leo parve ammansato dalla inattesa comparsa della donna; io corsi a Lidia, la riaccompagnai nella sua camera, dov'ella, cedendo a un moto nervoso, diede in dirotto pianto, tutta scossa da un tremito.

Antonietta dette di nuovo in uno scoppio di pianto e tra le lacrime ripeteva, come nei giorni del delirio, quando era stata chiusa nel Ghetto, e vegliata da Isacco, dal Tittoli e da Lina: mamma!... o mamma mia!

«Al pensare de' forti l'appello; Forti son que' che regge l'Eterno: Molti errori nel volgo discerno, Ma non quando umil viene all'altar; Ma non quando suoi falli ripensa; Ma non quando li lava col pianto; Ma non quando de' Santi nel Santo Alza i lumi, e lo vuol seguitar». «D'un Iddio pur si favelli; Ma di templi, ma di riti, Ma di spiriti contriti Fastidito è il pensator.

PANDOLFO. Oimè! oimè! oimè! VIGNAROLO. Di che piangete? PANDOLFO. Della sposa che ho perduta, delli argenti e della perdita di me stesso! VIGNAROLO. A che vi giova il pianto? siate presto acciò l'indugio non vi toglia il rimedio. PANDOLFO. O infelice me piú di quanti uomini sono al mondo! vado a trovar l'astrologo, benché l'impresa è da disperarsi. Tu entra e taci. VIGNAROLO. Entro e taccio.

Il gobbo tamburellò un momento sui vetri, vi appoggiò la fronte come per rinfrescarla, poi prese il cappello ed il bastone e con un: Buona sera risoluto, piantò la compagnia.

Chi poteva trattenerla così?... Riconoscendo donna Livia, diede in un dirotto pianto. Voi! mormorò tra i singhiozzi, e con amara ironia verso stessa, aggiunse: Oh infatti! niuno fuori che voi poteva interessarsi a me. , io, che il cielo scelse per salvarvi. Perchè non mi lasciaste morire? Ma non potrete impedirmelo sempre.

Al rumore dei passi di Ariberti e del suo amico Filippo, si scosse e tentò di alzarsi per muovergli incontro; ma Ariberti non le diè tempo a farlo, perchè spiccatosi dal braccio di Filippo, corse barcollando verso di lei e si lasciò cader ginocchioni a' suoi piedi, dando, com'era richiesto dalla circostanza, in uno scoppio di pianto.

Stette qualche istante immobile a guardarla. Un senso lieve di compassione ed uno immenso di gioia lo empiva. I dubbii di quei tre giorni scomparvero dinanzi a quella testa, agitata dal pianto come un fiore dalla tempesta. Piegata, lasciava vedere il collo bianchissimo e la massa dei capelli bruni.

E le lacrime d'orgoglio, che versava poco anzi liete e rare, si convertirono nella povera madre in pianto dirotto, e pieno di dolore.

Nome scordasti, e culla, e la menzogna lunga e lo strazio dell’inutil pianto: qui, se tu parli nel natio tuo canto, niuno t’intende.