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Aggiornato: 1 giugno 2025


E ogni mattina, rinfrancato dalla luce che avea veduta nella notte, ritornava ansioso a spiare se da qualche indizio poteva capire che l'Adele cominciava ad alzarsi, o se almeno il medico le avesse permesso, in una bella giornata di sole, che le aprissero la finestra. Ma invece la fanciulla non si alzava mai, e la finestra era sempre chiusa.

Appena Vicenzino potè scrivere segretamente all'amico, che Garibaldi raccoglieva i volontari per una prossima guerra, il povero seminarista dimenticò i suoi segreti dolori, e, bollente di patriottismo, non pensò che ad ottenere da suo padre il permesso d'uscire temporariamente dalla sua prigione per andare a battersi. Il signor Anselmo Dogliani non era uomo da opporsi.

La forma non eleva l'ironia troppo volgare; e questo difetto fa pensare che gli Dei hanno voluto bene al poeta, evitandogli il pericolo di esser ministro e di trovarsi in circostanze che avrebbero permesso, a qualche altro non meno volgarmente, di ripetere che anche sotto il governo di lui altri generosi, altri matti ed altri poeti, o pretesi generosi, o pretesi matti e poeti, come si vorr

Aveva ricevuto una lettera di mia madre anche lui, e chiesto e ottenuto un permesso di otto giorni, era accorso a Milano. Milano, Dario mio, non è citt

Ieri, dopo tanta insistenza, ho ottenuto il permesso di tagliarmi le unghie vellutate e lunghe. Ma ho dovuto tagliarmele alla presenza di questo omaccione che rintuzza ogni desiderio col regolamento. Il suo ufficio è un bugigattolo in faccia all'ufficio di matricola. È in esso che ho avuto il primo colloquio. Il capo metteva la sua faccia tra la mia e quella del mio amico.

Egregio signor Cesare La sua lettera m'ha fatto male. Passai tutta la notte a interrogare la mia coscienza di donna onesta, per sapere che atto, quale parola mia le abbiano permesso scrivermi quel che m'ha scritto. Ella m'ama, signor Cesare, e vuole essere amato da me da me donna vincolata, malamente , ma vincolata. Quale idea ha ella della donna, della virtù, dell'onest

«Ho dato liberamente una parola non inconsiderata. Conosco da un pezzo il prof. Topler, l'ho sempre stimato profondamente onesto e buono. Non potendo ricambiare il suo sentimento, lo pregai che si allontanasse da me. Egli obbedì, umile; continuò ad amarmi o ad aspettare nell'ombra. I miei parenti mi disapprovarono e me lo dissero. Dopo qualche tempo T. mi fece chiedere il permesso di vedermi ancora. Esitai lungamente, considerai la mia situazione di fronte a' miei parenti per la cui piet

Don Pietro frattanto leggeva la lettera, che, col permesso di Gino, leggeremo anche noi. Il conte Jacopo scriveva in questa forma a suo figlio: «Mio caro Gino,

Carmela, sul marciapiedi, rabbridiva pel vento secco che le veniva di faccia e le appiccicava le gonnelle alla carne. Ci vado più tardi disse Gaetanella ancora ho la casa sossopra. Iersera è arrivato il fratello di mio marito, il caporale di cavalleria. Ha avuto il permesso sino a mezzanotte, e sono stati qui tutti, con gli amici, a cantare e a bere. Immaginate voi!

Noi siamo chiamati di guardia al quartier generale; alcuni, essendo restati soli in paese, cominciano a mormorare ed a dire che i Prussiani sono a quattro passi e che ci faranno viaggiar gratis fino a Berlino; improvvisiamo una cenetta in corpo di guardia rallegrata da Ricci e Fabbri che pretendono parlare francese e che attaccano briga con un Ussero di piantone, che si permette di sedere con noi dopo essersi permesso di russare come un violoncello antecedentemente.

Parola Del Giorno

s'alceste

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