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Lasciate fare, sono giovanotti. Che ne vediamo della vita? Si muore, così, da un momento all'altro! Non c'è che dire sospirò Gaetanella, buttando sul marciapiedi bucce di castagne e di mele dal canestro dei rifiuti. Me ne vado disse la serva buongiorno. Se ripassate e voi chiamatemi. Andremo a vedere insieme...

Al secondo anno da quando donna Nena era venuta a stare lassù, in una mattina di febbraio ella uscì come disse a Gaetanella Rocco per andare a pregare l'amministratore di quel locale perchè le facesse rimettere a un finestrino della celletta un vetro frantumato. Da un orto vicino i monelli glie lo avevano rotto: il vento le entrava in camera, proprio accapo al letto.

Nella vostra famiglia tua sorella rappresenta l'aristocrazia, tu il popolo: essa ha bisogno di cartine ricamate, di nastri, di gioielli, di giardiniere dorate e verniciate, di candide porcellane, di cestini eleganti, di botteghe che sembrano saloni: tu invece, umile nella fortezza, distendi le membra divine nelle sporte di Gaetanella, la fruttaiuola dell'angolo!

Il vento le penetrava di sotto lo sciallo, di cui svolazzava un lembo; l'altro ella teneva fra mano, accostandolo di tanto in tanto alla faccia. È morta or ora gemette Ah, Gesù! Io sono così fatta che ci penserò tutta la giornata. E voi, andate a vederla? Gaetanella, impassibile, guardava la serva, mettendo fuori il capo di su il paravento di legno tra la casa e la strada.

Soltanto com'entrò dentro anche Graziella la sarta, con dietro la ragazzina curva sotto lo scatolo delle vesti, per vedere, mentre lei dinanzi al lettuccio, contemplava la morta coi grandi occhi pietosi, il piccino le prese fra mano la frangia di conterie che luceva attorno alla veste. Graziella si volse. Questo è il piccino di donna Nena spiegò Gaetanella Rocco il figlio della figlia.

Carmela, sul marciapiedi, rabbridiva pel vento secco che le veniva di faccia e le appiccicava le gonnelle alla carne. Ci vado più tardi disse Gaetanella ancora ho la casa sossopra. Iersera è arrivato il fratello di mio marito, il caporale di cavalleria. Ha avuto il permesso sino a mezzanotte, e sono stati qui tutti, con gli amici, a cantare e a bere. Immaginate voi!

Il vecchietto si mise a galoppare dietro alla carrozzella con gli occhi pieni di lacrime, ansimando, chiamando: Sarrafì!... Sarrafì!... Sarrafì!... Che si dice? chiese Gaetanella Rocco a Carmela la serva, la quale passava sul marciapiedi e parlava sola, come al solito. Carmela si volse e tornò indietro.

Carmela la serva, pochi giorni dopo la comparsa del bambino, avendo appurato come e donde venisse, si contentò di perdere tempo e di far aspettare la padrona per andare a confidarsi con Fortunata la rivendugliola, vicina di Gaetanella. Tutte e tre sedettero attorno al braciere; Carmela a mezza seggiola, col paniere della spesa sulle ginocchia, per far presto.

Sospirò anche Gaetanella, chinandosi a riattizzare il fuoco. Infine il piccino è rimasto a donna Nena, alla nonna. Clelia le avr

Il piccino lo avevano dimenticato sotto la porta del cortile. Egli sedeva, al sommo della scala diruta, nel suo seggiolino, con le manine sui bracciuoli. Sulle ginocchia aveva la ciambelletta di Gaetanella, mangiucchiata mezza: aveva un piccolo grembiale bianco, le scarpette molto vecchie, una vesticciuola scura, stinta, troppo grande per lui.