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Aggiornato: 26 maggio 2025
Dopo la battaglia di Marignano le cose camminarono di male in peggio sempre più; quando il commercio e le industrie lombarde ebbero ricevuta una così mortale percossa, le arti consacrate al solo diletto, al solo ornato, tanto meno furon valide a sostenersi. I patrizj assenti lasciavan senza commissioni scultori e pittori; reduci e in bisogno di far risparmi, cessarono di far donazioni alle chiese, le quali in quel secolo, ajutavan l'arti, aiutate dalle elemosine. Cosi una cosa crollando ne faceva crollar mille, e i patrizj, che avevan dato il primo urto non si ristavano; così la citt
Nel qual giorno, non ci fu milanese, che appartenesse ad un'arte, il quale potesse attendere pacatamente a' suoi lavori. All'alba, quasi tutta la popolazione trasse al corso, alla porta e alla strada Romana. I patrizj, dando magnifico spettacolo di sè a cavallo, in carrozza, in lettiga, si recarono incontro all'esercito francese per essere i primi a salutare i baroni, i cavalieri, i conestabili di Francia, coi quali avevan gi
L'appellazione superstite è prova, ch'esso non venne mai abolito nè ridotto a minor numero per decreto espresso, (perchè, quando ciò avvenne sotto il Lautrec, che volle non fosse costituito che di soli 60 decurioni, l'appellazione di gran Consiglio cessò, e le fu sostituita quella di Cameretta), parrebbe dunque che quella riduzione di numero sia avvenuta di sua natura, vale a dire per assenza spontanea e diuturna del più dei patrizj, assenza dalla citt
Che quel giovane signore, salito tant'alto pel forte ajuto di chi poteva quel che voleva, destasse invidia e dispetti nei più facoltosi patrizj di Roma, specialmente ne' Colonna, ne' Savelli, negli Orsini, è cosa troppo facile a supporsi, ma il seguente dialogo fatto da due personaggi appartenenti a quest'ultima famiglia, intanto che affacciati ad una finestra del loro palazzo vedevan passar quel signore alla testa delle sue belle truppe, ce ne può dare un maggiore indizio.
La sera il Palavicino si recò nelle sale del palazzo di Agostino Chigi, il più ricco banchiere di Europa, il più splendido mecenate, dopo Leone, delle arti e delle lettere italiane, il più sontuoso signore di Roma che banchettava spesso i più superbi patrizj i quali non avevano a sdegno di recarsi da lui, e ogni sera apriva le immense e dorate sue sale al fiore de' cittadini romani e de' forestieri che a quel tempo vi rigurgitavano. Il Palavicino vi si recò, sperando innanzi tutto di rivedervi la duchessa Elena, vi si recò inoltre, come era suo costume, perchè in quelle serali conversazioni, ventilandosi le notizie correnti, egli ne faceva espressa raccolta pe' suoi fini, e dalla bocca stessa di Agostino Chigi, il quale avea corrispondenze commerciali con tutte le citt
Il vino di Cipro che aveva fatto assai bene l'ufficio suo, e aveva riscaldata la vena musicale di quanti patrizj milanesi eran l
Tutto ciò che poteva dare indizio di ricchezza, di splendore ed anche di gusto non fu pretermesso dai patrizj milanesi, che in quella notte per pompa di vesti, d'ori e di gemme toccarono il massimo del lusso proprio a quel secolo, il più splendido forse fra quanti ne sian stati e saranno.
Sul corso di porta Romana, lì presso alla contrada di Rugabella, dov'era, e dov'è tuttora il palazzo del maresciallo Trivulzio, quattrocento uomini, per ordine ed a spesa dei principali patrizj, stavano alzando degli impalcamenti al fine d'allestire, per la notte di quel giorno medesimo, vaste sale posticcie, a festeggiare l'arrivo de' Francesi con danze e luminarie che fosser degne di loro.
Se non era possibile reprimere lo sdegno allorquando vedemmo i milanesi patrizj accogliere con tanta festa i Francesi orgogliosi della vittoria di Marignano; se quando insieme al Palavicino ci siamo incontrati nei gentiluomini che spontaneamente esulavano da Milano, alla compassione non abbiam potuto accompagnare la stima; se di nuovo a Venezia abbiam dovuto dubitare di loro, adesso possiam bene dimenticare il passato per assistere ad uno spettacolo che ci deve riempire di maraviglia e di conforto.
Il buon senno, esulato dalle alte regioni, erasi rifuggito nelle più basse, che pur sono consueto dominio dell'ignoranza e della superstizione, ma il popolo minuto, stretto dai fatti, s'accorgeva del tarlo, mentre i patrizj, illesi tuttavia, godevano a soffiar nella fiamma che, a lungo andare avrebbe involuto anche le robe loro.
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