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Di padre amoroso le parole furono e gli atti: a me, credula per passione, narrò una lunga storia dei vostri amori, e di danari profusi in lascivie, e negati ai figli, e mi sovvenne benignamente di trecento scudi, a patto che non vi palesassi da cui mi venissero: così, con perfido consiglio, a me dava ad intendere voi perduto dietro adultera pratica; a voi, che io a prezzo di vergogna procurassi agiato vivere a me, e ai nostri figli...

È il dramma profondo e commovente di una provinciale bella ed onesta, che insensibilmente si lascia trascinare al peccato, al peccato mortale, da un giovane parigino. Il Theuriet in essa magistralmente descrive le lotte atroci e torturanti di quell’anima femminile, che vede travolgere dall’onda delle passione tutto le dighe salde ed insommergibili erette intorno alla sua virtù. Ed è un alternarsi di ebbrezze e di spasimi, di torture morali e di ribellioni, di turbamenti, di resistenze, di gelosie, di scrupoli, di rimorsi che sconvolgono con un’arcana potenza il cervello della disgraziata, precipitandola nell’abisso di una tragedia dolorosa e tremenda. Mai opera d’arte potr

Egli stese le braccia, alzò il viso, proruppe con voce tremante di tenerezza amara, di timido rimprovero, di passione umiliata: Perchè sei mia, perchè sei l'amor mio, la donna mia.... Non è vero. Non è vero?

Comprendo e rispetto la tua passione sacra. C’è stata sempre intorno a te, palese o dissimulata, un’aria di compatimento. Mortella. Ah, credi? Giana. Non t’offendo. Voglio dire che il tuo dolore e gli atti del tuo dolore sembrano talvolta aver qualcosa di maniaco, qualcosa di delirante. Io stessa talvolta ti ho trattata come una piccola inferma.

Scorsa con questi mezzucci la Quaresima, la passione del teatro diventò febbre. Dopo il sacro venne il profano. Pel maggio apparecchiossi, con un’altra compagnia, Il trionfo di Diana in costumi così scollacciati che la Nobilt

Eravi poi una creatura che sempre, a dispetto de' suoi terrori, le richiamava il Lautrec; una creatura per cui provava un effetto particolarissimo: il fanciullo Armando, la cui immagine infantile ella avea fatto ritrarre da uno scolaro di Raffaello, e che ogni tanto contemplava con una passione ineffabile, la quale tanto più facevasi forte, quanto più doveva star nascosta, che sarebbe caduta morta di vergogna, se al Palavicino fosse trapelato mai nulla di quanto era accaduto.

Era il linguaggio della passione. Più tardi, quando s'incontrarono alla fonte, la Contessa non era più timida e peritante; colla sicurezza della felicit

Ecco un uomo esclamò vivacemente il Darsi, credendo di aver trovato un argomento in suo favore a cui la passione strappa accenti di una grande eloquenza! Lei non mi sosterr

Così mi risponderesti se ti chiamassi, se ti gettassi il mio grido? Bandino. Temo di comprendere. Mi perdo. Mortella. Temi! Sempre la stessa parola. Chi ci mise al mondo, si sbagliò. Sei tu che hai un’anima di fanciulla, e io ho il cuore maschio. Bandino. Che vuoi da me? Parla. Si leva in piedi, sbiancato, fremente. Anch’ella si leva, sul punto d’essere trascinata dalla sua passione.

Fino allora, egli aveva disegnato per capriccio: da quel giorno incominciò a disegnare per passione. Si fa così bene quel che si fa, quando si pensa ad una bella donna! Sopra tutto, poi, quando si capisce che é l'unica via per giungere a lei!