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E come fare poi? Niente di più facile le monache Orsoline non hanno penuria di danaro, perocchè esso suol entrare anche nei luoghi sacri. Io faccio un quadro di grande formato, che rappresenti a mo' d'esempio: Il Parlatorio del Convento di monache. Violetta, nel quadro in parola, sar

Abbia pazienza, signor cavaliere! Il cavaliere Tiraquelli non fece altre parole. Diede con un gesto dignitoso la sua assoluzione al signor Prospero, ed usci dal parlatorio, per riprendere la via di Castelnuovo Bedonia.

E il pensarci allora, sotto l'esame di quegli occhi indagatori, gli fece sentire quanto fosse ridicolo nella sua veste da frate. Quell'altro aspettò che fosse partito il converso e l'uscio del parlatorio richiuso alle spalle del signor Prospero; indi si lasciò andare sopra uno dei seggioloni di cuoio che decoravano la sala, e diede in uno scoppio di risa.

Indi uscì sul piazzale a contemplare la valle e sentir mormorare il torrente; poi tornò in parlatorio a guardare il brutto muso di Mastino II della Scala; battè le labbra e crollò il capo più volte in segno d'impazienza; finalmente trasse una rifiatata, perchè si udiva un passo abbastanza frettoloso sul battuto del piazzale, certo indizio della venuta del priore.

Al bagno di Procida, la camorra prelevava la sua contribuzione sopra coloro che volevano vivere tranquilli, che avevano qualche fortuna più degli altri, che volevano essere esenti da certi servizi obbligatorii, che volevano godere dell'aria, della loro povera pietanza, del passeggio nella corte, del sonno, andare al parlatorio per vedere la moglie od i figliuoli, in una parola, fruire del dritto di vita cui la sentenza della Corte delle Assise aveva lasciato loro.

Eccomi a te disse l'Albani entrando nel vestibolo dove lo attendeva il compagno de' suoi giorni di espiazione. Fratello Consolatore gli stese la mano e lo introdusse nel parlatorio. Dio ti riconduce disse il Levita; Dio vuol darti un'altra prova della sua misericordia infinita...

Come! sangue e sangue sempre... Non ci fu sangue; tu non puoi dirlo... Oh! non sorridere, non sorridere con quel piglio pietoso...» La Laurentini cadde in convulsioni: Emilia, incapace di reggere più a lungo ad una tale scena, fuggì dalla camera, ed andò a raggiungere Bianca e le educande ch'erano nel parlatorio.

«Si ricorda, quando le scrissi che volevo farmi monaca?... Per fortuna che la mia cara Madre Superiora mi consigliò di aspettare per provarmi la vocazione! Ora m'avvedo che avrei fatto un grande sbaglio! Ma allora m'era venuta quest'idea perchè avevo visto a morire la mia povera compagna Giulia Ferranito (ah! che dolore fu quello per me), e la mia cara amica Teresa Reccadei era uscita di collegio, e avevamo avuta in convento la vestizione di Maria San Fermo; cerimonia che mi aveva fatto un grandissimo effetto. A dir vero, avevo anche un altro motivo, ma quello non l'ho mai detto. M'era venuta una gran malinconia, perchè al giovedì tutte le altre allieve eran chiamate in parlatorio, e per me non veniva mai nessuno, mai nessuno! In quel giorno non facevo altro che piangere, e quando le mie compagne tornavano dalla grata e venivano, allegre, contente, a raccontarmi certe novit

In guardia allora, gridò Filippo, cui gli altri forzati lasciarono libero, mettendosi in parata. In quello stesso momento, dal fondo del cortile la voce di un carceriere gridò: Gabriele Esposito, una donna ti domanda al parlatorio. Ohè! Gabriele Esposito! si gridò da tutti i punti.

Ma non è qui, non è qui insisteva il vecchietto e poi, bella mia, non è ora questa di parlatorio. La vedova rimase muta. Come avete detto che si chiama vostro figlio? soggiunse, dopo un momento, il vecchietto, del quale ora la voce si raddolciva. Peppino... Giuseppe Selletta.