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Aggiornato: 18 luglio 2025
Delle altre opere mandate al concorso, e portanti al piede ciascuna un motto diverso, secondo l'uso, si nominava, o s'indovinava, l'autore: amici e compagni d'ogni concorrente, allievi di questo o di quel pittore in fama, se la intendevano, facevan crocchio, cominciavano una guerricciuola di brighe, d'impegni, di raccomandazioni; sono le solite armi con cui a questo mondo si procura di stuzzicar la giustizia nelle grandi e nelle piccole cose.
Ed è, infine, la conchiusione anche del libro del Rod. Libro che ha pagine veramente magistrali di analisi arguta e pacata, e che risponde allo scopo per cui è stato scritto, quello cioè di spingere gli intelletti indipendenti a studiare le opere del Goethe senza preconcetti, di gustarle senza esserne sopraffatti, di ammirarle senza dare in stravaganze.
In veritá, quantunque tu a lui ingrata e proterva fossi, egli sempre come figliuolo ebbe te in reverenza, né mai di quello onore che per le sue opere seguire ti dovea, volle privarti, come tu lui della tua cittadinanza privasti. Sempre fiorentino, quantunque l'esilio fosse lungo, si nominò e volle essere nominato, sempre a ogni altra ti prepose, sempre t'amò.
Il colonnello Medici visto che la scelta del ponte del Diavolo per estrema linea di difesa era stata poco abile, si spinse ad occupare l'indomani S. Antonio di Morigone e fattevi erigere alcune opere di fortificazione si mise in grado di potersi vantaggiosamente sostenere fino allo arrivo di Garibaldi col grosso delle forze.
I Francesi non istettero a perdere tempo e nella notte del quattro al cinque giugno condussero la prima parallela di assedio a trecento circa metri dal punto designato da loro per lo assalto; in ciò essi seguivano i precetti dei loro maestri di guerra Vauban, e Cormontaigne; altri ingegneri operarono altramente, chi allontanandosi, e chi più accostandosi alle mura nemiche; mentre si rammenta Marescot che allo assedio di Landrecy aperse le trincee a 300 metri dalle opere estreme della piazza, Chasselup a Mantova le fece a 100 metri più presso, e Rognat a Tortosa anco meno discosto: ai giorni nostri la distanza di trecento metri non basta in virtù delle armi perfezionate che ti ammazzano anco da 1000 metri lontano, sicchè tornare ai 600 metri come si costumava prima del Vauban non parrebbe troppo, ma i Francesi senza un pericolo al mondo poterono praticare a Roma il modo, che tennero conciossiachè i Romani possedessero solo armi ordinarie e nè manco delle buone.
E, avvedendosi le poetiche opere non essere vane o semplici favole o maraviglie, come molti stolti estimano, ma sotto sé dolcissimi frutti di veritá istoriografe o filosofiche avere nascosti; per la quale cosa pienamente, sanza le istorie e la morale e naturale filosofia, le poetiche intenzioni avere non si potevano intere; partendo i tempi debitamente, le istorie da sé, e la filosofia sotto diversi dottori s'argomentò, non sanza lungo studio e affanno, d'intendere.
Il Chiari, se aveva collera con alcuno, si svelenava ne' suoi romanzi, mettendo in quelli i suoi avversi in un aspetto ridicolo e abborribile, a misura del di lui cruccio e con una trivialitá plebea, sfogando persino la sua bile a farli perire per le mani d'un carnefice. Dalla ottava 57 fino alla 63 è derisoria censura delle opere del Chiari e del Goldoni e sulle replicate edizioni di quelle.
Questo insieme di fatti spirituali, questo vincolo sociale ha, evidentemente, valore e forza solo in quanto esso giova alle singole coscienze; in quanto, accettato da queste come spiritualmente utile e buono, serve ad esse per nutrirsi di una fede, per esprimerla, per suscitare emozioni giovevoli, per permetterle di esercitarsi più facilmente in opere pratiche.
Ma rispettiamo Aristofane! E allora prendo questo: Afrodite, di Pierre Louys, traduzione italiana: Milano, Casa Editrice Baldini e Castoldi: la casa che pubblica le opere di Fogazzaro, di quello scrittore che fa il giro del mondo intorno ai brevi genitali femminili senza cascarci mai, che fa l'esaltazione dell'anticamera dell'amore, con una bella lascivia cattolica, ipocrita, gesuitica, balorda, nella quale c'è tutto il vizio possibile e immaginabile, ma non si può afferrare.
L’artista veneziano non si presta a queste opere monotone, regolari, ed eterne, meravigliose di pazienza e di esattezza; egli vuole le linee interrotte, i colori smaglianti, le pennellate franche, la tavolozza svariata, il prospetto capriccioso e fantastico.
Parola Del Giorno
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