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I Francesi non istettero a perdere tempo e nella notte del quattro al cinque giugno condussero la prima parallela di assedio a trecento circa metri dal punto designato da loro per lo assalto; in ciò essi seguivano i precetti dei loro maestri di guerra Vauban, e Cormontaigne; altri ingegneri operarono altramente, chi allontanandosi, e chi più accostandosi alle mura nemiche; mentre si rammenta Marescot che allo assedio di Landrecy aperse le trincee a 300 metri dalle opere estreme della piazza, Chasselup a Mantova le fece a 100 metri più presso, e Rognat a Tortosa anco meno discosto: ai giorni nostri la distanza di trecento metri non basta in virtù delle armi perfezionate che ti ammazzano anco da 1000 metri lontano, sicchè tornare ai 600 metri come si costumava prima del Vauban non parrebbe troppo, ma i Francesi senza un pericolo al mondo poterono praticare a Roma il modo, che tennero conciossiachè i Romani possedessero solo armi ordinarie e nè manco delle buone.
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