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Aggiornato: 10 giugno 2025


«Ma che Vespri, onorevole Crispi! Se la cospirazione era un romanzo, invece erano una triste realt

Senza essere re di Roma, figlio di Dio, una morte cotale non ti parrebbe onorevole? per te che altro non sei che un miserabile traditore?". "Per l'amor di Dio!..." gridò il satellite esterrefatto e piangente come un fanciullo e le lacrime per un pezzo gli soffocarono la voce.

È però bene di osservare, a proposito di questo Museo, che la pittura olandese degli ultimi tempi ha fatto, sotto varii aspetti, un progresso onorevole. Il genere preferito è sempre il piccolo paesaggio, e in questo nulla è cangiato; ma la pittura intima s'è sollevata in una regione più alta. Ha lasciato la feccia della societ

È innamorata di suo marito, dicevano, e questa calunnia, inventata ad arte dalle donne, e messa in giro dagli uomini, toglieva ogni attrattiva alla povera contessa. Il corteggiarla non era di moda; anzi voleva dire... fare la figura del novizio. A teatro, visite corte, per paura del pozzo; in casa, qualche onorevole, amico del marito, e nessun altro. Alle feste da ballo i giovanotti eleganti le parlavano appena, tanto erano affaccendati. Non gi

Si spiegò in parte il Sequi dicendogli esser per accingersi ad impresa arrischiata onde salvare la vita preziosa di tali, in confronto di che poco costava la loro avere fatto assegnamento sulla devozione del compagno alla causa nazionale ma se non sentisse il coraggio di arrischiarvisi si ritraesse pure, che in ogni caso si fidava sulla di lui discretezza; al che, con risposta semplice, spontanea, e altamente onorevole, replicava il Barbagli: «Se tu ed essi vi salvate, sarò salvo anch'io; e se dovremo incontrare male non mi lagnerò per questo con te,» e tirarono innanzi.

Noi siamo convinti, e però siete caduti per noi. Checchè scriviate nei vostri diarî, checchè scriva un uomo , a cui la canizie e un passato onorevole dovrebbero vietare d'affermare alla leggera sul conto d'altrui, non è vero ch'io voglia la Repubblica a qualunque prezzo. Io mi sento troppo certo dell'avvenire, per affrettarlo a prezzo dell'Unit

Dopo aver così risposto, con dignitosa modestia, ai rimproveri di Temistio che lo accusava di tiepidezza, Giuliano, nel chiudere la sua lettera, non lascia senza confutazione una delle affermazioni con cui il maestro aveva cercato di richiamare il discepolo alla coscienza del suo dovere, e, più ancora, all’amore della iniziata impresa. Temistio, pare, gli aveva scritto che la vita d’azione è preferibile e più onorevole della vita contemplativa e che, pertanto, egli doveva esser lieto di trovarsi in una posizione nella quale gli era necessaria un’azione perenne. Giuliano, con un accento in cui si sente il rimpianto di un ideale perduto, risponde: «O caro capo, degno di tutta la mia venerazione, io voglio parlarti di un altro argomento intorno al quale la tua lettera mi ha lasciato incerto e turbato. Io desidero di esser istrutto anche di ciò. Tu dici che la vita attiva è più meritevole di lode della vita del filosofo, e chiami in testimonio Aristotele»³⁹⁰. Ma Giuliano sostiene che il testo di Aristotele non dice affatto ciò che Temistio vuol cavarne, poichè Aristotele parla bensì dei legislatori e dei filosofi politici e, in genere, di quelli che fanno puramente un lavoro mentale, ma non gi

Questo paragone venne fatto, con quello squisito senso artistico che gli è proprio, dall'on. Cavallotti: il quale nella tornata del 25 maggio della Camera dei Deputati, in mezzo alla più viva attenzione dei suoi colleghi al seguente richiamo del Presidente: «Onorevole Cavallotti, le ripeto di moderare le sue parole.

Tra le storie che illustrano questo mio diletto suolo materno, ho amato raccontar questa dello assedio sostenuto dai vecchi marchesi del Finaro, contro le armi di Genova, così onorevole pei combattenti dell'uno e dell'altro campo, Liguri tutti, antenati nostri, e, se ne togli ciò che è vizio particolare dei tempi, uomini esemplari per rara fortezza d'animo e singolar gentilezza di costume. O m'inganno, o il segreto di quella nobilt

Per la qual cosa infra gli altri Folco Portinari, onorevole cittadino, il primo di maggio aveva i suoi vicini nella propria casa raccolti a festeggiare, infra' quali era il sopradetto Alighieri; e lui, come far sogliono i piccoli figliuoli i lor padri, e massimamente alle feste, seguíto avea il nostro Dante, la cui etá ancor non aggiungnea all'anno nono.

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