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Aggiornato: 3 luglio 2025
Però, udendo i Normanni di quella tolta di laici e chierici che il papa loro voltava contro, gli mandano ambasciadori, simulando pentimento e voglia di soddisfarlo all'intutto. Ma gli oratori normanni non sanno di tanto mascherarsi da accecare Leone.
Assicurano taluni, che quando la fede rimane vedova convoli facilmente a seconde nozze; e dicono ancora, che abbia dato il medesimo anello a parecchi mariti. Io per me mi astengo da simili argomenti, che putono di abbrustolito... per fuoco infernale di certissimo, e per fiamme di Santo Offizio non lo sappiamo per ora di certo, ma in breve lo sperano. Intanto i reverendi Padri Gesuiti s'insinuano piamente fra i Popoli ad apparecchiare i fornelli. Quello, che a me pare poter dire, senza pericolo della salvazione dell'anima nell'altra vita e del Regio Procuratore in questa (però che si tratti di pretta storia) si è, che parecchi dei nuovi Numi s'introdussero nel tempio degli antichi; nè più nè meno come gli Austriaci, col biglietto di alloggio, in casa dei buoni borghesi toscani. Veteres migrate coloni! Molti altri inquilini dell'Olimpo di Giove migrarono con armi e bagaglio nel Paradiso di Santa Madre Chiesa; e, offrendo esempio da imitarsi agli uomini politici dei nostri tempi, voltato mantello continuarono a deliziarsi nel profumo delle adorazioni . Anche su i riti accaddero, più che non si crede, transazioni, e per opera degli stessi Pontefici. Nè in ciò sembra che meritino punto biasimo, perchè, i più astuti scrittori affermano pericoloso stravincere, e doversi accettare qualunque accomodamento: basta che si assicuri un guadagno (pei Numi, bene inteso); però che, in quanto ai Sacerdoti, se ne stieno contenti a quello che loro invia la Provvidenza: e questo sanno tutti, insegnandolo il Vangelo di Cristo... Svergognati! Quando mai fu fatta penuria di moneta spirituale per acquistare beni temporali? Lo spirito, predicato più nobile della materia, in diritto le ha sempre ceduto nel fatto. La Chiesa, donna e madonna del Paradiso celeste, si accinse a cercare anche il terrestre. La investigazione non sembrava difficile. solo che avesse badato e perlustrare il paese che giace tra i fiumi Pisone, Ghilone, Hiddechel, e l'Eufrate ; ma non le venne fatto, o non potè trovarlo. Allora si mise con maggior profitto a cercarlo fra le spoglie di guerra dei Franchi e dei Normanni, o nelle transazioni tra l'Inferno (di cui è procuratrice del pari, o per lo meno ne tratta i negozii senza mandato) e il rimorso e la paura dei peccatori, perchè coll'oro si fanno anche arrivare l'anime in paradiso, come affermava Cristofano Colombo scrivendo a Ferdinando e ad Isabella cattolicissimi regnanti ; e così dicendo non iscuopriva l'America. Affermano eziandio, che la Chiesa per mettersi in possesso del Paradiso terrestre si avvantaggiasse a fabbricare carte false; ma queste sono cose che non si devono credere: almeno io non le credo. Nel mille predicavano i Chierici la fine del mondo, e nonostante ciò facevansi instituire eredi. I beni terreni di cui dovevano astenersi, tanto, all'opposto, piacquero loro, che pretesero ritenerli anche dopo la fine del mondo! Considerata a dovere questa clericale improntitudine, far
Il principe, confortato di tali promesse, li accomiata carichi di molti e bei regali. Quei Normanni giungono alla patria. I concittadini loro stupefatti de' ricchi presenti, spronati dal racconto de' splendori del cielo d'Italia, si pongono sotto la condotta di Osmondo Drengotto, ed uniti fra fratelli e nipoti, in pressochè cento, vengono in Italia.
Di Dio e di chi lo prendeva, riprende Baccelardo, perochè erano terre occupate da vili, ed i vili non meritano una patria. « Enrico III intanto scendeva in Italia tra per assicurarsi la dipendenza dei Normanni, che conquistavano paese nelle provincie dell'impero, tra per mettere freno alle ribalderie dei romani pontefici che tre in una volta regnavano dentro Roma.
Un dì avrebbe forse il sicilian parlamento chiesto riparazione a tanti torti; e '1 voto solenne de' rappresentanti della nazione, avria fatto impallidire quel Carlo ; ma il parlamento più non era, ch'ei non l'adunò in Sicilia mai, come sopra si è detto. E più: se i re normanni furon tutti coronati ed unti in Palermo; se qui soggiornarono, coi grandi uficiali della corona, con la maest
Ma per quanto sia meravigliosa la storia fisica dell'Olanda, è più meravigliosa la sua storia politica. Questa piccola terra invasa da principio da differenti tribù della razza germanica, soggiogate, dai Romani e dai Franchi, devastata dai Danesi e dai Normanni, desolata per secoli da orrende guerre civili, questo piccolo popolo di pescatori e di mercanti salva la sua libert
Guerreggiò pe' suoi figli e capitani co' sassoni, che soggiogò finalmente del tutto; con gli slavi, che tenne di lá dell'Elba; con gli unni-ávari, che spinse di lá della Theiss; co' musulmani fino in sull'Ebro e sul Mediterraneo, dove costoro pirateggiavano; co' normanni o danesi e scandinavi, che pirateggiavano sulle coste oceaniche.
Prese Capua, Bari; fu fatto e rimase alcuni giorni prigione del duca; alcuni normanni infestarono quelle marine. Morí nell'875 senza figliuoli maschi. Accorrono alla successione dell'imperio e del regno d'Italia Carlo il calvo re di Francia, Carlo e Carlomanno figliuoli di Ludovico re di Germania.
I Normanni,¹ divenuti cristiani, dopo il conquisto della Neustria grandemente si dilettarono di sante pellegrinazioni; e visitata da prima Gerusalemme, passavano in Puglia, dove adorati i santuarii del monte Gargano e del monte Cassino, se ne tornavano in patria. Nel 1016 cento di questi Normanni trapassando per Salerno, allora governato dal Duca Guaimaro III, videro con maraviglia una masnada di Saracini sbarcare di nave, mettere a contribuzione la citt
I sarti, nel presagio dei tempi, hanno fatto quanto Carlo in Francia: il punto sta nel vedere se il giuoco duri. Genesi, C. II. Lettera di Cristoforo Colombo a Ferdinando ed Isabella, dopo il suo quarto viaggio in America. NAVARETTE citato dal MICHELET, Storia dei Francesi, t. III. p. 106. HUME, Storia d'Inghilterra, t. I. p. 64. THIERRY, Storia della Conquista de' Normanni, t. I. p. 63.
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