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Aggiornato: 15 giugno 2025


Era orrendamente infreddato, alla testa, ai bronchi; aveva paura di morire, aveva paura di sua moglie e aveva paura di perderla: soffriva, soffriva e non capiva più niente. Nora, durante tutto il lunghissimo viaggio, non gli aveva mai rivolto la parola.

Prego, faccia avvertire il ragionier Vigliani che c'è la duchessa di Casalbara, disse Nora, a mezza voce, in fretta, allo scrivano, che faceva anche da portiere. Questi, un bel giovanotto ben pettinato e colla camicia scollata, non lasciò la signora duchessa ad aspettare in anticamera, ma la fece passare, andandole innanzi, e spalancando gli usci, nel salotto privato del ragioniere.

Nora aveva la testina bassa, chinata sul piccolo ventaglietto giapponese che apriva e richiudeva con un tremito nervoso delle dita. Proprio? domandò essa colla voce appena intelligibile, fra il respiro forte, anelante, senza osar di muoversi, senza osar di guardarlo. Proprio?

È appena morto il giornale; i bottegai sono tutti diffidenti!... E scoppiò a ridere più forte: il fatto della signorina, che con tanto appetito doveva digiunare, era molto comico! Nora aveva quasi le lacrime agli occhi. Non dire sciocchezze, che non occorre aspettare lo zio Matteo! Tu sei una milionaria!... Sicuro!

Nora prese i due chéques con un tremito e li guardò cogli occhi maravigliati, nei quali brillava un lampo di avidit

Il Laner aveva accettato il consiglio perchè era l'unica via, anche indiretta, anche odiosa, per riavvicinarsi a quella gente.... a Nora. Avrebbero dovuto rispondere, e lui, finalmente, avrebbe saputo qualche cosa: questo soltanto gli premeva. Se Nora gli avesse scritto, gli avesse detto una parola, egli le avrebbe subito perdonato. Perdonato?... L'avrebbe amata ancora di più!

Nora si strinse nelle spalle, sospirò: e persuase il signor Galli che sarebbe stato tempo perso. Al Cantasirena occorreva la somma subito, sul momento. Che lei avesse ragione o torto, che lei fosse stata ingannata, raggirata non voleva dir nulla: aveva firmato, ed ora era compromessa: se voleva salvarsi, doveva pagare. Vendere.... non si potr

E rimaneva irresoluto dinanzi all'uscio, quando l'uscio, a un tratto, si spalancò: era la cameriera, una bella ragazza, che aveva aperto ad un garzone di caffettiere, il quale passò via portando sulle spalle un gran cesto vuoto. Cerca della signora Schönfeld? domandò la bella ragazza a Pietro Laner. Vorrei sapere.... avrei da dire una parola, per parte di suo zio, alla signorina Nora.

Non lo sapeva, non se n'era accorto. Era stato uno stordimento, una vertigine di tutte le ore, di tutte le vicende incalzanti che non gli lasciavano tempo di pensare, di riflettere. Come aveva fatto a innamorarsi di Nora? A impegnarsi senza scrivere alle zie?

Matteo cercava i nomi nelle guide, negli indicatori ufficiali, e poi Evelina era capace, all'occorrenza, di fare anche cinque o sei patriotti al giorno. È vero che anche Evelina aveva a sua volta chi l'aiutava: erano i giovani infelici che dopo essere stati lusingati da Nora, venivano piantati sul più bello.

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