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Aggiornato: 25 giugno 2025


Nicolò. (ridendo mentre passa il braccio nel braccio di lei) Il mondo dir

42 Ve' Nicolò, che tenero fanciullo il popul crea signor de la sua terra, e di Tideo fa il pensier vano e nullo, che contra lui le civil arme afferra. Sar

Il lettore potrebbe stupirsi che al tempo di Nicolò V, qual grande ideatore di progetti sull'edilizia romana, che voleva perfino render navigabile l'Aniene, non si sia pensato a provvedere al fiume, ma ciò si spiega pensando che il Tevere sotto il suo pontificato si mantenne abbastanza tranquillo.

Nicolò Rusca, a cui da tanto tempo i predicanti, come a sturbatore dei loro divisamenti, volevano il peggior male che a nemico si possa, non fu dimenticato dallo Strafgericht. Marcantonio Alba di Casal Monferrato, predicante di Malenco a capo di quaranta satelliti, la notte del 22 giugno, colto nella sua arcipretura, per l'alpestre via di Malenco e dell'Engaddina lo trascinò a Tosana.

Inoltre, Tuccio di Credi era l'aiuto di Spinello Spinelli, quando questi dipingeva nella chiesa di San Nicolò, in via della Scala, e messer Dardano non poteva averlo dimenticato così facilmente. Tuccio di Credi! esclamò egli andandogli incontro. Che fortuna d'imbattermi in voi, appena entrato in Arezzo! Tuccio di Credi aveva veduto messer Dardano anche prima che messer Dardano vedesse lui.

¹⁴⁰ Convento in Sicilia vale abitazione di frati. Professavano le regole di S. Basilio e di S. Benedetto, di S. Francesco d’Assisi e di S. Agostino, e le sotto-regole di S. Domenico e di S. Francesco di Paola, di S. Antonio da Padova, di S. Nicolò di Bari, del terz’ordine di S. Francesco e via discorrendo. Di Gesuiti non si parlava più da un pezzo.

Tuccio fece un atto di meraviglia, seguito da un inchino profondo. La casa degli Acciaiuoli era una tra le più chiare di Firenze. Il giorno seguente, scambio di accompagnare l'amico fino in piazza di Santa Maria Novella, Tuccio di Credi si fermò davanti alla chiesa di San Nicolò. Entriamo? diss'egli. Per che fare? domandò Spinello. Per vedere.

Gli eroici difensori di Casa Ajani nel 1867 in Roma governando il Papa sotto la protezione dell'esercito imperiale francese ebbero concessi gli avvocati civili per la difesa; e pure la tirannide borbonica rispettò in Napoli e Sicilia questo sacrosanto diritto della difesa al 1821, al 1831, al 1850, al 1858, al 1860, nel processo di Nicolò Garzilli, in quello contro Poerio, Settembrini ecc., nell'altro delle tredici vittime, sempre!

A lui per il primo non parve affatto, poichè incominciò un giorno dal chiamarsi timidamente, e come per via d'esperimento, Nicolò Ugo Foscolo; indi, buttata la parte inutile, trovò la vera armonia del suo nome, «Ugo Foscolo», cinque sillabe che non morranno mai più.

Nel medio evo correvano per la Campagna i nomi di Nicolò Piccinino, di Fortebraccio da Montone, di Sforza d'Attendolo e di altri capitani di ventura, divenuti famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste di citt

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