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Aggiornato: 6 giugno 2025
L'uomo del sapone, l'uomo del sapone! ribattè Nicla. Sarebbe ora di finirla con questi atteggiamenti principeschi. E tu, che sei? E noi, che siamo? Il bisnonno vendeva sughero; il nonno vendeva olio; tu vendi olio e sughero. Non mancherò di dirlo, se si continuer
Bruno s'era infine persuaso o almeno rassegnato; ma udita la cosa, Nicla ne aveva riso fino alle lagrime. Il tuo pap
Sì; dodici anni per me terribili, tra il fracasso e lo spavento; ma non ho dimenticato nulla, nè di quel giorno, nè di tutti gli altri che passammo insieme; nè quella prima parola, nè quelle che dicemmo poi. Nessuna donna ha potuto cancellarmi dal tuo cuore? domandò Nicla. Quali donne? Non ne ricordo una!
Oh, chi si vede, chi si vede! esclamò giocondamente Nicla, volgendo lo sguardo alla riva. Ebbene? supplicò ancora Duccio, senza staccar gli occhi dal viso di lei. Posso sperare? La fanciulla era ormai veramente distratta da ciò che vedeva sulla sponda; ma diede uno sguardo al giovane e rispose, per finirla: Non so!
Quale giuoco? domandò Nicla ridendo. I quattro cantoni! Ah, il lago dei Quattro Cantoni! ripetè la fanciulla, corrugando le sopracciglia. Allora è a Lucerna, la mamma. Vuole che torniamo? interruppe il conte. Temo che facciamo troppo tardi, e che la signora ci aspetti.... La fanciulla lo guardò, e le parve un poco aggrondato.
Ah, la gita! ripetè Nicla. E pensò che valeva meglio dare battaglia subito, poichè battaglia doveva essere; e con espressione scherzosa, quasi beffarda, soggiunse. È stato così. Il conte mi ha chiesto se mi sono accorta del rispettoso sentimento ch'egli nutre per me. E io gli ho risposto che me ne sono accorta.
Ma al momento di rispondere sì, di rallegrarlo e di farlo superbo, Nicla esitò. Non osava. Una specie di verecondia subitanea innanzi a quel fanciullo delicato e geloso, che capiva e sentiva come un uomo, la rattenne. Le parve di far male concedendo qualche soddisfazione al suo amor proprio di maschietto prepotente. Bisogna bene, rispose, cambiar d'abito e di cappello, qualche volta.
Non scrisse più a Nicla; aveva dovuto infine scrivere suo padre, pregato dalla giovane, la quale chiedeva notizie dopo mesi di silenzio; e Bruno si ribellò all'ordine di riprendere la corrispondenza. Non so nulla, io! dichiarò a suo padre. Non ho niente da scrivere. Ma Nicla, non ti ricordi più della tua Nicla, tanto bella, tanto buona? chiese il conte Fabiano.
Mi dia la barra del timone, pregò Nicla senza rispondere. Voglio guidare io, perchè i suoi barcaiuoli non ci portino troppo lontano. E prendendo la barra con la destra, levò il capo a sorridere. A una finestra della villa s'era affacciata sua madre, la quale osservava i due giovani belli che partivano nella lancia tutta candida come per un felice viaggio.
Presso la lancia di casa, appoggiati ciascuno al remo, due barcaiuoli aspettavano in silenzio. A poppa sventolava, tutta bianca con un serpentello vermiglio aggomitolato in un angolo, la bandiera di Nicla. Bruno andò incontro alla sua amica e la guardò senza parlare.
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