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Aggiornato: 6 giugno 2025


Egli dondolava un poco sul fondo della barca ad ogni brivido dell'onda, e Nicla sorrise, abbandonati i remi. Bruno si levò in piedi, si puntellò alle ginocchia della fanciulla e le posò due baci sulle guance; ella lo baciò in fronte e lo tenne stretto fra le braccia. Vedi come siam lontani, disse, accennando la riva e la goletta che s'era fatta piccina sull'acqua.

Bruno scosse il capo con espressione di dubbio. Il ragazzo di vent'anni aveva dato a pensare a qualcuna fra le amiche di Nicla; le più maligne supponevano senz'altro ch'egli fosse l'amante della giovane, e parlavan di quel povero Gigi Barbano con un lieve senso ironico; le più accese guardavano Bruno e si sforzavano a farsi corteggiare.

Stai molto bene! rispose Bruno, con l'accento d'un goloso soddisfatto. Allora sei rimasto muto innanzi alla mia bellezza? disse Nicla ridendo. Proprio! confermò Bruno. Così, sei più bella ancora! Dove andiamo, signorina? domandò il primo barcaiuolo, togliendosi il largo cappello. Alla Croda! ordinò Nicla.

Ma Nicla, pur vedendo che il marito non era allegro come di solito, comprese che bisognava parlargli, o il suo silenzio sarebbe parso troppo singolare. Dopo pranzo, mentre nel salotto di Nicla egli centellava il caffè, la giovane gli disse: Gigi.... Che è, cara?

Dicendo questo, un poco alla signora Carlotta, un poco al cavalier Maurizio, un poco a Nicla, egli sorrideva con qualche timidezza. La signora aveva gi

A mano a mano che Nicla e Brunello inoltravano, si spegnevano le voci del mondo, e alle loro spalle si chiudevano le dense cortine di fogliame, mosse dal brivido d'una brezza impercettibile che veniva dal lago. Ecco, disse Nicla. Qui in questa radura, mi sei parso un faunetto impertinente; e qui un'altra volta mi dicesti che volevi fare uccidere Duccio.

Ma l'indomani, mentre la fanciulla, alla preghiera incalzante di Bruno, aveva ripreso a cantare: Noi coglierem per te balsami arcani, s'interruppe d'un tratto. Alle spalle di Bruno era comparso un signore tutto vestito di bigio. Nicla gettò un'occhiata a lui, gettò un'occhiata a Bruno, e comprese. Oh, il mio pap

Io voglio sempre. E allora tu mi aspetterai sulla riva, io ti vedrò, e uscirò a prenderti. Anche tu mi vuoi sempre? Quando sei savio. Quando ho sette anni, riflettè Bruno. Tacque un poco, indi riprese: Tu, che vuoi fare? Come? domandò Nicla, che non aveva compreso. Io voglio guidare i cavalli e scrivere le memorie di viaggio. E tu? Io? ripetè Nicla.

Giunti sulla riva, Bruno indicò il bastimento; una goletta a due alberi e a due rande, armata di cannoncini di bronzo, carica di soldatini di piombo, alcuni dei quali davan del naso nella schiena dei compagni. Se ne va! disse Bruno ridendo. Ora come facciamo? E tolta la mano dalla mano dell'amica, chiese di nuovo: Quanti anni hai? Diciotto, rispose Nicla. E tu?

E senza volerlo, a cuore chiuso, fu così fredda e diffidente, che Brunello sentì d'averla allontanata; ed egli ripercorse il bosco nella discesa, stretta la mano nella mano di Nicla e singhiozzando. Piangi? gli chiese Nicla. Non mi vuoi più bene egli borbottò tra le labbra raccolte in un grosso broncio.

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