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Aggiornato: 15 giugno 2025
Fiordalisa era vissuta molti anni da sola in casa di mastro Jacopo, padre amoroso, ma burbero e tutto sprofondato nell'arte sua. Esciva appena d'infanzia quando le era morta la madre, e ciò le aveva portato l'obbligo di molte cure domestiche non intese subito, ma vedute ed accettate a mano a mano che in lei cresceva con gli anni il giudizio. Era una bambina grave prima di essere una donnina forte.
La sua gioia, adunque, era in far dei meschini. Aveva nondimeno il sembiante dolce, la parola lusinghiera, le maniere graziosamente squisite, un tantin di spirito, ed era mastro nell'arte del tornire in legno¹. ¹ Si direbbe, a questo ritratto, che si tratti di Francesco I di Napoli.
Fra tutti i pari suoi Mastro Spaghi emergeva nell'arte del capestro. La gran pratica è vero l'avea reso il più destro In tal ramo di scienza; ma il suo merito c'era. Fabbricava lacciuoli in siffatta maniera Che gli altri d'imitarlo avean tentato invano!
E all'accennar di no del bandito, per provargli che si potevano fidar pienamente di colui, Sciaverio, si fece a tesserne l'elogio. Era un furbo matricolato, vecchio nell'arte.... amico degli amici, e che sapeva tener la bocca cucita. Reggeva il sacco ai contrabbandieri, favoriva i picciotti che andavano per il mondo, e li trattava bene quando capitavano nella sua torre.
Malgrado che scoraggito e disingannato nell'arte sua egli voglia negare il suo ingegno, pure ne ha e molto, del genio oserei quasi dire; e so anch'io che non posso bastare a riempire la sua mente di artista, che devo perdonargli le lunghe ore in cui mi accorgo di esser lontana mille miglia dal suo pensiero; ma queste, che una volta erano rare, si fanno ora di giorno in giorno più frequenti.
Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce più soave che possa uscire dalla nostra bocca. Il Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è un angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora. Le sue tele lo fanno conoscere, come se gli si fosse vissuti assieme. Era bello, era buono, era pio: l'invidia non sapeva dove morderlo, intorno alla corona della gloria egli portava un'aureola d'amore. Era nato per dipingere il cielo. Aveva sortito un genio pacato e sereno, che si levava a Dio sulle ali d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più ammirabili spirano un'aura di modesta dolcezza, che desta la simpatia e l'affetto prima ancora che la meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di contorni, un'espressione piena di vivezza e di grazia, un'armonia ineffabile di colori, sono ciò che colpisce a primo aspetto; ma più si guarda, più si scopre, e la meraviglia si trasforma a poco a poco in un sentimento dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un aspetto benigno, che rallegra e consola; i suoi angeli, ch'egli aggruppava con una maestria meravigliosa, fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci; le sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran manto azzurro, con grandi occhi neri, colle mani giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno tremare il cuore di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli congiunge la verit
La Borbona apparteneva ad un periodo di decadenza per la vela, ma di progresso nell'arte della distruzione, perfezionata poi dalle odierne corazzate: essa era fregata ad elice di 1ª classe ed anche molto elegante.
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