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Giunto che fu nello studio, tirò fuori macchinalmente da un cassetto un mucchio di carte e sedette davanti alla scrivania. Per qualche tempo non gli venne fatto di raccapezzare un'idea. Era immobile, coi gomiti appoggiati al piano della tavola, col viso nascosto fra le palme. I bei conforti che gli venivano da Milano! I belli incoraggiamenti a proseguir la sua via! Ma non doveva aspettarselo? Sua madre non era stata sempre così? Ebbene, è vero, doveva aspettarselo; tuttavia egli non aveva rinunciato alla speranza che a poco a poco ella fosse andata formandosi un più giusto concetto della situazione, ch'ella avesse finito col render giustizia a suo figlio. Follie! Come se una donna potesse cambiar indole a più di quarant'anni! Ma Lucilla almeno avrebbe dovuto considerar le cose da un altro punto di vista, e invece, pur troppo, era evidente che Lucilla si trovava all'unissono con la signora Federica. Roberto ebbe un momento d'abbandono, di sfiducia tetra e desolata; ma ben presto lo sovvenne la sua consueta energia. No, no, egli non aveva il diritto d'esitare, non aveva il diritto di dubitare di , della rettitudine della sua condotta e de' suoi propositi. Quand'anche gli mancasse ogni altro appoggio, quand'anche si sentisse come un naufrago nell'Oceano, la sua tavola di salvamento egli l'aveva. Era il lavoro. S'immerse nelle sue carte, concentrò tutte le forze della mente nella relazione che s'era prefisso di compiere in quella notte; non volle pensar ad altro, e riuscì a non pensar ad altro. Le idee che si eran fatte tanto aspettare accorsero in folla, e la forma si piegò docile ad esprimer le idee. Egli scrisse per più ore di seguito, e, quand'ebbe finito, rimase sorpreso egli stesso dell'opera sua. Gli pareva davvero impossibile d'esser lui l'autore di una memoria, che nel nitido stile acconcio agli affari riassumeva tutti i dati principali della gestione della miniera e dava una guida sicura per non ismarrirsi in un labirinto di cifre. Questa virtù della perspicuit

Troppo lasso di tempo sembra che fosse tra l’offesa e il castigo; ma pure un fatto aggraverebbe sopra Andrea Barbazza il sospetto di uxoricidio: egli compose e pubblicò una canzone, una canzone di ventinove stanze, in morte di sua moglie³³. Da vasto ocean d’amari affanni Ov’ondeggio caduto, Deh! chi recando aiuto Sia che mi tragga a riva? E chi consola Naufrago il cor tra le miserie e i danni?

Dopo aver cercato un ricovero alle donne nelle rovine d'una vicina torre . Orazio si mise a percorrere in su ed in giù la spiaggia con l'intento di prestar aiuto se ne fosse stato d'uopo a qualche naufrago. E non fu invano. Fregandosi gli occhi acciecati dagli sprazzi del mare e dalla pioggia che gli flagellavano il volto parvegli scorgere sulla cresta di un maroso che brillò un istante nell'oscurit

Forse qualche naufrago, gettato morente sul lido, nel riaprire gli occhi alla vita la sentì così fra l'ultima furia della tempesta, mentre il mare è confuso col cielo e nell'ombra il rombo dura monotono. Alcuni passi echeggiarono nella chiesa, voci e parole si avvicinavano: istintivamente, per non essere riconosciuta si piegò sull'inginocchiatoio, nascondendo il volto fra le mani.

La colombella s'è chiusa nel nido? Nicolosina fremette, si aggrappò colle mani e coi gomiti all'inginocchiatoio, come un naufrago alla sua tavola di salvezza. Per altro, soggiunse la voce, che non era quella di Giacomo Pico, meglio era chiuder la finestra che l'uscio. Con questo freddo morrebbe a ghiado l'amore, che pure è tutto di fiamma.

Con un gesto appassionato, Ermanno le aveva preso una mano. Egli la stringeva con la stessa forza del naufrago che s'afferra ad una tavola, in mezzo al mare. Non era ella la sola amica, la sorella di Massimiliana? Era una sorella anche per lui; per la prima, si era a lei confidato... Egli non pensava più alla stranezza della situazione, non sapeva più come aveva trovata la risoluzione necessaria a parlare; o meglio, lo sapeva fin troppo, nel pericolo ancora soprastantegli di perdere Massimiliana... Egli sapeva però che bisognava uscire da quel limbo d'angoscia, e che per uscire da quel limbo un soccorso impensato gli s'offeriva... «Oh! signora contessa... lei che le vuol bene come una sorella, vorr

Quel lenzuolo uniforme e bianchissimo tormentava l'occhio e intirizziva lo spirito. Correndo in quel pelago morto e ghiacciato si soffriva l'ansia del naufrago. Non un cespuglio verde, non un filo d'erba che vi rompesse l'uniformit

«Cavaliere, io non vo' dirmi più buono più tristo; non so quello che nel caso vostro avrei operato; ringrazio la ventura, che vendicandomi non ho nociuto che a pochi uomini.» «Questa vostra risposta si rassomiglia alla spinta data al naufrago che cerca la riva.» «Marispose Ghino celando la faccia «potrei darvi l'anima, non il consiglio.» «Voi mi aborrite?» «Io vi compiango.

Egli volle conoscere il mondo dei felici che, non avendo nessuna lotta, di denaro, di sensi, di ignoranza, parevano i meglio disposti ad accogliere la grazia; ma anche qui naufragò nei gorghi più crassi del materialismo e della indifferenza. Le divine parole "ciascuna creatura è per la sua perfezione" sembrava che si fossero arrestate alla soglia di quel tempio di egoisti.

Come doveva essere facile il morire in quel luogo! una barca rovesciata, una riva franata, una casa sfasciata dall'acqua, un naufrago che invoca soccorso.... no, era impossibile che questa volta non riescisse a Rosen di morire.