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Due o tre volte, durante il pranzo, Paolo, guardando gli occhi dolci e maliziosi della sua ospite mentre essa lo guardava, aveva avuto un subitaneo moto di stupore, immediatamente represso. Gli era parso di rivedere gli occhi di Maria nella loro perfida dolcezza e nella loro trionfale malizia. Ma la cortese signora ospite si rivolgeva agli altri suoi convitati e i suoi occhi mutavano di espressione, si facevano pensosi, o schiettamente ridenti, o serenamente indifferenti nella gentilezza esteriore: e Paolo rientrava in , fuggito il lieve e pure sorprendente inganno. Tre volte, egli ebbe la illusione che gli occhi di Maria gli fossero riapparsi: e alla terza volta, nel salone dove si conversava, dopo il pranzo, lo scintillìo di quello sguardo fu così teneramente dolce e così vividamente malizioso, che egli non resistette e attraversò la sala, per raggiungere l'amabile donna che l'ospitava, non sapendo bene quello che le avrebbe detto, nell'intimo turbamento che lo aveva invaso. Quando le fu vicino, tutto era finito: gli occhi della signora avevano assunto un'aria placida e lo sguardo aveva una limpidit

Ogni sera, le parole mutavano, ma rimaneva il loro significato di preghiera; Lidia non voleva essere disturbata; la sua alcova era chiusa per me.

Altre volte, ogni formula imperativa era agevole, un sentiero diritto per una campagna senza sterpi; ma procedendo, a poco a poco la strada invasa da viluppi d'erba tenace, si smarriva in una palude di verde sdrucciolo. E le idee scarne assolute dei tempi rosei mutavano in una fuga di statue, a cui il cuore appendeva corone di rimpianto o di rimorso....

È un crac terribile, che rovina mezza Milano. Ma poi la gente seria cominciava a infastidirsi: Peggio per loro! Per l'ingordigia di far milioni in un anno, per l'ambizione, per la smania del ciondolo di deputato, non dovevano fidarsi di una canaglia come il Cantasirena, di un ambizioso imbroglione come il Fontanella! E i giudizi a mano a mano mutavano, e cominciavano le insinuazioni e le accuse.

L'autore si sforza di personificare ogni senso ed ogni sentimento e di chiudere un pensiero nel più stretto cerchio di parole che gli sia possibile. «Mai, dice sul principio mai come quando le due sorelle si gettavano una nelle braccia dell'altra, mai come allora eran così fresche reduci dall'odio, mai come allora avevan sentito passar sulle reni una cosa viscida e molle, che si chiama ribrezzo». «I suoi pensieri sfilavano come una torma di volpi azzurre sul disco bianco della luna». «Doveva attraversare le foreste millenarie della passione, che tutte le donne pari a lei, avevano attraversato». «La sua giovanezza era una chiara fonte in un parco abbandonato». «Le vecchie regole morali erano goffe come una processione di gesuiti attraverso a una folla di donne scarlatte». «E le idee dei tempi rosei mutavano in una fuga di statue a cui il cuore appendeva corone di rimpianto e di rimorso».

E i membri del governo, creduli o increduli alle stolte loro promesse, ridicevano, per mezzo dei loro agenti, al popolo a quel popolo ch'essi avevano fino a quel giorno intorpidito, addormentato nella fiducia che i pericoli diventavano gravi, che a difendere il paese mancavano gli uomini, mancava il danaro, mancava ogni cosa; ma che, al solo patto d'una prova di fiducia nel re, al solo patto della FUSIONE, verrebbero milioni da Genova, migliaja d'armati dal Piemonte, benedizioni dal cielo, e senza leve, senza gravi sagrifici, la Lombardia vedrebbe compiuta l'impresa: coi repubblicani ch'essi avevan fermo in animo di tradire mutavano l'amicizia menzognera in freddezza, e affettavano sospetti di congiure che non avevano.

Le mie aspirazioni mutavano indirizzo, l'idealismo svaporava ed incominciavo ad apprezzare i gusti moderni, a diventare seguace del realismo; e andavo rimuginando come fosse possibile di mettere insieme una famigliuola come quella che mi stava davanti: semplice, agiata, tranquilla, onesta, felice!

Ed in fatti un rumor sordo e confuso, maggiore del consueto, per la rocca si udiva un rumore di voci molte che favellano sommesso, di armi che si urtano. Eran forse le scolte che si mutavano. Così pensò da prima Alberada e proseguì nel corso delle sue malinconiche meditazioni.

Quel pianerottolo, ogni sei ore, era il punto più animato del sotterraneo; tutti i minatori dovevano passarvi, sia nel recarsi al lavoro, sia nell'andarsene, e nell'ora in cui si mutavano le squadre, la scala veduta di laggiù offriva uno spettacolo singolare. Questi salivano e quelli scendevano, cercando di occupar quanto meno spazio fosse possibile per non urtarsi allorchè s'incontravano, talvolta scambiandosi un saluto o una facezia, più spesso taciti e seri, di quella seriet

Ogni volta che si mutavano le scolte e veniva a guardia della torre quella ch'essa avea resa amica, tosto volava a quella dura porta, e se il padre era assente stava a lungo a racconsolare Anselmo con miti accenti. Di propria mano gli sporgeva il cibo, e più d'una volta in quell'angusto forame da cui il prigioniero traeva refrigerio a' suoi patimenti, strinse la mano pietosa che il sovveniva, e mentre esprimeale tremando la sua gratitudine, quella di Bianca tremando essa pure gli accennava, insieme alla piet