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Aggiornato: 20 giugno 2025


Ero come coloro che un morbo incurabile affligge: i quali, pur assistendo al progressivo dilatarsi del male, pur non nutrendo illusioni sul proprio stato e sulla propria sorte, stanno tuttavia attaccati alla vita perchè quel tenue filo ve li lega ed essi non trovano in il coraggio di spezzarlo. Appena restai solo in faccia alla realt

Il quale, poichè Alfonso si partì da lui, sentendo la mortal forza del morbo, lasciar volle solenne discolpa della guerra contro il papa, come Carlo d'Angiò fatto avea in punto di morte per la guerra suscitata dal papa.

La terribile malattia della lebbra sparsero in Europa i palmieri reduci di Terra Santa, dove questo morbo era indigeno; ed in Europa si mantenne lungamente, malgrado i lazzaretti che la piet

Eran centinaia, migliaia di uomini, di donne, di fanciulli, nei quali la macilenza, il sudiciume, il difetto assoluto di aria sviluppava esalazioni putride ed il morbo castrense.

Aveva deposto sùbito il cannocchiale, e volgendosi a Emilia con la pezzuola umida di sangue, aveva detto: Ecco! rispondendo alla sorda inquietudine, che dalla prima comparsa del morbo le aveva confitto gli artigli nel cuore.

È vero, è vero ella rispose, vagamente. Vi è molta gente che non ama ed è forse felice. Forse. Ma perchè vi chiama? Perchè le fa piacere di avere un servo. Un lugubre silenzio si fece intorno: le due vittime si guardarono, smorte dello stesso pallore, esauste dallo stesso morbo morale; e fu lei che per la prima, con una infinita dolcezza, gli disse: Voi siete come me.

Il Morbo è stazione balnearia alla quale concorrono in tempo d'estate i malfermi in salute dei vicini paesi, e della Maremma massetana. Fu quindi cosa al di fuori delle consuetudini ordinarie della casa il presentarsi di due stranieri alle 11 di sera. Zizzo si era fermato colla sua vettura al principio della piccola salita che vi è dalla parte del giardino, ed i viaggiatori avevano battuto alla porta che fu aperta dallo stesso ministro del Bagno. «Parlo al signor Martinichiese il Generale; e sulla risposta affermativa si trasse di tasca una lettera, e gliela consegnò. Introdotti i due stranieri nel salotto terreno, e pregati di sedersi, chiedeva Girolamo Martini il permesso, com'è d'uso, di leggere la lettera ricevuta, e ne aveva scorsi i primi versi, quando uno dei due, alzatosi in piedi di un tratto, e con tuono sicuro e confidente di chi parlasse ad un vecchio amico, lo interruppe dicendo: «Signor Martini, in due parole vi dirò il contenuto della lettera; sappiate che io sono il Generale Garibaldi, e questo mio compagno il Capitano LeggeroAttonito guardò il Martini i suoi due ospiti, gli passarono per la mente le gesta gloriose del Generale, la fortuna avversa presente, il bisogno di soccorso immediato, e tutte queste cose ed altre assai si tradussero nella risposta che gli usciva dal cuore: «Coraggio, Generale, tutto si rimedia.» E pronto davvero al rimedio, col senso pratico che gli era abituale, pensò anzitutto di coonestare la venuta dei due stranieri ad ora così insolita al Morbo, e di fare insieme sparire le traccie loro presso al vetturino che li aveva condotti. Saputo dal Garibaldi come Zizzo fosse nella credenza di avere portati due mercanti di bestiame, si fece sulla porta di casa, e rivolgendosi a lui con voce alta lo rimproverò di avergli condotti i due mercanti coi quali non aveva nulla che fare, mentre essi erano diretti a comprare cavalli a Bruciano, e lo invitò a continuare senz'altro il viaggio, se voleva esser pagato colla pattuita mercede. Ma Zizzo, come era naturale, rispondeva: essersi impegnato col vetturino di Poggibonsi di portare i due passeggeri al Bagno, e questo avere fatto, quindi essere fuori dell'obbligo suo, e non volere andare a Bruciano in quell'ora per tutto l'oro del mondo; avere esso gi

I due figli di Vincenzo morirono del crup in una stessa notte in poche ore. Il morbo li colse improvvisamente e li strozzò prima che padre e madre li credessero pure minacciati. L’indomani il padre andò alla miniera, la madre attese alla casa, senza lacrime e senza lamenti; solo Vincenzo tornandone, parve rifuggire dalla presenza della moglie e questa del marito.

E poi i vergini: Mandato che ottiene da Dio il dono d'un morbo schifoso; S. Tenenano che ottiene la grazia di diventare deforme e lebbroso; e cito a caso.

Gionata, capo dei ribelli, lo seconda nella calunnia; Catullo ne ammazza tremila. Chiamati poi a Roma, e chiarito il vero, Vespasiano condanna Gionata alle verge, e al fuoco. Catullo è rimandato assoluto; sennonchè colto da morbo insanabile, agitato dagli spettri, gli escono fuori le interiora, e muore.

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