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Aggiornato: 5 giugno 2025


Poi, a mano a mano tornò ad animarsi, a riscaldarsi: "Le vie acquee, voi me lo insegnate.... rappresentano la massima possibile economia in fatto di trasporto: or bene l'Italia che nell'alterna vicenda dei ministeri, va tentando.... va cercando.... come Diogene cercava l'uomo e Talete la coscienza, le fonti meno accessibili delle economie e della produzione, a questa che ha sottomano, retaggio dei padri, retaggio di lavoro, di ricchezza e di gloria, non ha ancora pensato!

È quello che rilevò il sindaco di Meffilld, il quale disse che tutte le leggi e i decreti che chiamate il vostro diritto amministrativo sarebbero un'opera di follia, se non fossero un istrumento di dispotismo. Perchè mai un comune, che a proprie spese vuole costruire una scuola, un ponticello, un lavoro qualunque, che deve servire ad esso solo, ha da chiedere tanti permessi al prefetto, ai ministeri? Tutte le formalit

Conforti era stato ed è uomo ad essere ancora, finchè si faranno de' Ministeri provinciali: Mancini è. Egli ha toccato infine la meta per cui aveva tanto fatto, tutto fatto per arrivare. Egli è ministro. Che il portafogli gli sia leggero come egli è leggero. Mancini è una parola di caoutchouc, una parola fatto uomo, flessibile, profusa, incolore, dicendo tutto, non dicendo niente, buona alla prosa ed al verso buona a tutto giustificando tutto. Ora Mancini è ministro dell'istruzione pubblica, e' sarebbe domani, con la stessa imperturbabilit

Si spiccica male, quel "sottoprefettessa", non è vero? Ma in fede mia, non si può fare altrimenti. E buon per noi che non abbiamo da masticar altro che il nome! La signora sottoprefettessa era asciutta e dura come uno stoccafisso, con una pelle risecchita, che pareva di cartapecora. Ottima signora, per altro, ed anche piacevole in conversazione, purchè non entrasse a parlare dei torti fatti a suo marito. Disgraziatamente, ciò le accadeva dieci volte al giorno. Ma, d'altra parte, siamo giusti, la signora sottoprefettessa aveva ragioni da vendere. Quei benedetti ministeri che passavano promettendo, e se n'andavano senza aver mantenuto, avrebbero fatta perdere la pazienza ad una santa, nonchè alla sottoprefettessa di Castelnuovo, che era a mala pena uno stinco. Otto o nove promozioni erano gi

Le notizie che a caro prezzo La Stampa si procurava nei Ministeri, qualche volta avevano l'onore di una smentita ufficiale, o di una rettifica e allora don Pio gongolava, e il signor Caruso più di lui. Egli voleva che il giornale incutesse timore ai governanti, voleva che non movessero foglia senza pensare alla censura accanita della Stampa, e a questo in parte era riuscito.

Tornai ad aprire la busta, macchinalmente. Tornai a gettar gli occhi su quel foglio timbrato, percorso da una di quelle perfette calligrafie d'amanuensi le quali constituiscono il merito più considerevole degl'impiegati a' Ministeri. La partecipazione era estetica: il mio nome era scritto in rondino... Una voce squillò improvvisamente nella mia camera... Carlo! Carlo!

E de la excellenzia di questi perfecti. Questo t'ho decto, acciò che col lume de l'intellecto cognosca con quanta providenzia questa mia Veritá, nel tempo che conversò con voi, egli adoperò e' ministeri suoi e tucti e' suoi acti; perché tu cognosca quello che vi conviene fare, e quello che fa l'anima che sta in questo perfectissimo stato.

A me? Sicuramente. Il nostro signor Prospero non era forse capitano della guardia nazionale? Che non si è mai radunata. Non è colpa sua, signor Prospero, ma dei passati ministeri, che non hanno pensato mai a rialzare il prestigio di questa istituzione in Castelnuovo Bedonia. Per me, ufficiale del governo, Ella è stato capitano per oltre dieci anni; ha dunque diritto alla croce di cavaliere.

Egli seppe resistere alle piaggierie degli arciduchi che che se ne sia susurrato in contrario, ed a causa di ciò, quando il conte di Cavour concepì l'idea dei Ministeri topografici, ei destinò il signor Jacini per quella famosa sinecure dell'agricoltura e del commercio, e poscia per il portafogli più importante dei lavori pubblici.

"La mia generazione ha dovuto subir tutto per fare l'Italia; la nostra vita era consacrata a questa idea: si voleva vincere o morire, e ne valeva la pena, perchè un popolo schiavo non è che un vile branco d'animali. Abbiamo vinto, coll'aiuto di Dio, e malgrado tutte le nostre sciocchezze, ora l'Italia è fatta, e voi fortunati che non avete che a conservarla e farla migliore! Ora non è nei banchi dei ministeri che si far

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