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Dunque, la bella Ruzzani è partita? chiese la contessa Gamberini alla sottoprefettessa, su quel canapè di damasco rosso che i lettori conoscono. , è andata a Milano per certe spese. Un matrimonio alle viste? Eh! rispose la sottoprefettessa, non dicendo no. Qui non c'è nessun partito per lei, ch'io mi sappia; ripigliò la contessa, cercando di scoprir terreno.

Sono commendatore e prefetto! gridò il cavaliere Tiraquelli, appena ebbe finito di leggere. La sottoprefettessa, che era presente a quello sfogo di onesta soddisfazione, inarcò tosto le ciglia. Che? come? Si lascia Castelnuovo?

Pare anche a me; replicò la sottoprefettessa. Ma forse ci sar

Accanto alla sottoprefettessa, sul canapè di damasco rosso, che era la cattedra pontificale, il sancta sanctorum, e tutto quel che vorrete di più solenne l

L'usciere, che aveva portato il foglio e lo aveva veduto accogliere con tanto allegra sollecitudine, dovette svignarsela in fretta, per non ricevere il calamaio, od altro arnese dello scrittoio, nella testa. Il segretario venne per la firma, e fu mandato al diavolo. Entrò la sottoprefettessa e fu mandata col segretario.

Si diceva anzi che ben presto dovesse andar fuori del palazzo demaniale il ricevitore del registro; un po' perchè ci stava a disagio lui, che aveva mezza dozzina di marmocchi, debitamente registrati, un po' perchè teneva a disagio il sottoprefetto, quantunque la famiglia di quest'ultimo constasse di due sole persone; marito e moglie, sottoprefetto e sottoprefettessa.

Si spiccica male, quel "sottoprefettessa", non è vero? Ma in fede mia, non si può fare altrimenti. E buon per noi che non abbiamo da masticar altro che il nome! La signora sottoprefettessa era asciutta e dura come uno stoccafisso, con una pelle risecchita, che pareva di cartapecora. Ottima signora, per altro, ed anche piacevole in conversazione, purchè non entrasse a parlare dei torti fatti a suo marito. Disgraziatamente, ciò le accadeva dieci volte al giorno. Ma, d'altra parte, siamo giusti, la signora sottoprefettessa aveva ragioni da vendere. Quei benedetti ministeri che passavano promettendo, e se n'andavano senza aver mantenuto, avrebbero fatta perdere la pazienza ad una santa, nonchè alla sottoprefettessa di Castelnuovo, che era a mala pena uno stinco. Otto o nove promozioni erano gi

La sottoprefettessa si faceva un onore immortale; il sottoprefetto gongolava dal canto suo e prevedeva non lontano il gran giorno in cui tutto il circondario di Castelnuovo si mostrasse ligio alla politica del governo, o meglio, del partito che siedeva al governo. Perchè a questo egli lavorava, con altezza di concetto non intieramente richiesta dalla sua condizione secondaria.