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Se credete che mi lasci prendere in giro da voi altri! diceva egli tra . Non sono un'aquila, è vero; ma neanche uno struzzo, da mandar giù ogni cosa. Del resto, ridete pure dei fatti nostri. Abbiamo due milioni di dote, e possiamo rider noi con più gusto. Ma via, al diavolo i Gamberini, e andiamo dal sottoprefetto. Povero cavaliere! Come sar

Dal ricevitore del registro! esclamò il degno rappresentante del governo. Dal ricevitore del registro, che lo aveva risaputo da me! Non da Lei, scusi; ribattè il delegato, a cui i caldi vapori del vino avevano destato il senso della ribellione; dalla signora contessa Gamberini. Vede, cavaliere; per saper le cose, non ci sono che le donne.

Di questi, il signor Prospero ne incontrò subito una mezza dozzina. E non gli dolse punto; che anzi! Oramai la sciocchezza era stata fatta e bisognava sostenerne le conseguenze a grinta dura. Sentite, ad esempio, questo dialoghetto ch'egli ebbe col conte Gamberini. Oh, signor Prospero! Ben tornato da.... Sicuro, da.... Grazie tante! La famiglia sta bene? Benissimo. E la signorina Adele?

Non sapeva nulla! disse il signor Borgnetti, mentre scendeva le scale e si stropicciava le mani, non sapeva nulla del signor Prospero; perciò è andato in collera, vedendo che la polizia della contessa Gamberini era meglio fatta della sua. Ma badiamo, signor Borgnetti; soggiunse egli gravemente; la polizia della sottoprefettura di Castelnuovo siamo noi che la facciamo, e non bisogna dirne male. Baie! Alla fin fine, o che s'ha da aver l'occhio a tutte le minuzie di Castelnuovo Bedonia? E non aveva ragione il mio vecchio principale a dire che la fortuna è donna? Venga la fortuna, e terr

Con questo ragionamento, da cui potrete argomentare che la contea dei Gamberini non valeva un milione, il signor conte si ricattò dell'aria canzonatoria del signor Prospero. Il quale, dopo tutto, non voleva canzonare nessuno, ma solamente mostrarsi tetragono agli assalti della maldicenza di Castelnuovo Bedonia.

La sola contessa Beatrice Gamberini era più ilare del solito, più pomposa, più bofficiona, più rosea.

Diavolo d'un Gentili! esclamò il conte Gamberini, vedendoselo guizzar di mano, vispo ed allegro come un pesce, che abbia mangiata l'esca senza restare all'amo. Non ha l'aria di canzonarmi? E dopo la bella impresa del convento dei matti! Che facce toste! Ma gi

Berte Gamberini ce n'è mille in ogni citt

Berta Gamberini e Adele Ruzzani erano i due poli di quel piccolo mondo. I due poli magnetici, intendiamoci, e non i geografici, che non mi servirebbero di paragone, così freddi come sono, e circondati di ghiacci millenarii, mentre qui s'ha a descrivere la gioventù che piace e la bellezza che rimescola il sangue.

Il sottoprefetto non domandò nulla, ma tese gli occhi e aperse la bocca anche lui. Andava incontro alle parole della contessa Gamberini, come la biscia all'incanto. Non sa? ripigliò la contessa. È andato a farsi frate. Un grido universale accolse quella rivelazione improvvisa. Frate! esclamò il ricevitore. E dove? Poco lungi da noi; nel convento dei matti. La bomba era scoppiata.